Contradditorie, le immagini di Napoli di ieri sera. Da una parte un Presidente di Regione che certamente ha preso in giro le persone in questi mesi. Ma, dall’altra, anche il 70% del popolo campano che lo ha votato.

Una contraddittorietà che si misura poi sulla gravità della situazione: si parla tanto dei 37 miliardi di euro del MES (soldi a strozzo che speriamo non arrivino) ma questi non sono stati capaci di mettere a posto le cose neanche con 8 miliardi di euro stanziati per l’emergenza sanitaria. Non hanno fatto nulla.
Dovevano sviluppare la medicina di prossimità per evitare che le persone finissero ad ingolfare gli ospedali. Oggi abbiamo persone che con 38°C di febbre non sanno cosa fare.
Questa è una malattia che c’è, esiste, ma bisogna distinguere tra il contagio e il malato.

660 milioni di euro le hanno spese per le USCA: squadre speciali di medici che verrebbero a curarti a casa e a verificare il tuo stato. Non si vedono da nessuna parte: facciamo ancora le file per i tamponi.

Abbiamo visto un Paese che è stato a controllare i banchi a rotelle e i monopattini non vedendo che il tema dei trasporti era un imbuto in cui tutti si trovavano tutti alla stessa ora. “Nei trasporti non ci si infetta“, dice a vanvera il ministro De Micheli.
Si dovevano ripartire gli orari del settore statale pubblico, differenziare gli orari di entrata nelle scuole e magari evitare di dare la colpa ai giovani e a tutta la popolazione: la colpa è del Governo! La colpa è delle Regioni!

Pensate a uno come De Luca: tanti siparietti, ed è di nuovo Presidente della Regione.
Quel popolo lo ha votato, accorgendosi ora che dietro quei siparietti non c’era nulla.

Dobbiamo fare una riflessione: le nostre voci critiche devono cominciare a pesare di più, organizzarci non tanto per fare atti teppistici come quelli di ieri a Napoli.
La rabbia c’è, ci mancherebbe, ma il cambio di sistema è una cosa più seria di spaccare un cassonetto.
Il cambio di sistema è un cambio di mentalità: dobbiamo cominciare a capire chi ci prende in giro, cominciare a capire questo Grande Fratello dei media che disinforma le persone.
La rivoluzione deve partire dal punto di vista culturale e della comunicazione.

3 minuti con Marco Rizzo


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