Questa drammatica situazione vedrà tanti posti di lavoro andare perduti.
Tenendo presente che bisogna distinguere tra contagiati e malati, quale può essere la strategia di fronte a una situazione di crescita dei contagi?
Se ospedali e terapie intensive si riempiono, occorre arrivare a una soluzione.

Di nuovo blocco totale?
Perché invece non investire sulla sanità pubblica?

Una sanità di territorio, una sanità di prossimità. Dove i medici della mutua invece di avere 3000 mutuati ne abbiano 500.
Dove magari, invece che prendere 17€ a visita come rimborso medio generalizzato, ne prendono 50€-100€.
Dove ci sia più attenzione alle persone, e non all’aziendalizzazione, alla privatizzazione, al profitto nella sanità.

Nel 1980 nel nostro Paese c’erano mezzo milione di posti letto. Nel 2016 i posti letto erano circa 130mila.
Per non intasare ospedali, pronto soccorso, reparti Covid serve una sanità di territorio.

Quanti sono quelli che fanno le code per i tamponi? Quanti quelli che hanno la febbre e restano a casa non curati? E coloro che sono morti?

La lezione del Covid “scorso” non ha dato i frutti. Anzi, oggi l’italianissimo commissario Gentiloni propone di tassare di nuovo la prima casa, cioè l’80% degli italiani. Inclusi quindi i più poveri, ovviamente.

Insomma, c’è un problema enorme di cambio di sistema. Ma pare che si voglia continuare lo stesso su questa strada di privatizzazioni e di profitto sulla salute.
Fare profitto sulla salute è un delitto. La salute deve essere universale e per tutti.

3 minuti con Marco Rizzo


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