“In Italia scenario di tipo 3, senza misure il virus sfuggirebbe di mano. E’ necessario tenere sotto controllo la curva dei contagi”. Questo è ciò che ha affermato il Premier Conte ieri sera alla Camera dei Deputati.

Di fronte ai dati che oggi evidenziano 200mila tamponi, 25mila casi positivi e 205 morti, il Presidente del Consiglio interviene e esorta i cittadini a seguire le misure già in atto.
Ci muoviamo però in un’ambiguità sul da farsi: il discorso di ieri sera fa presagire un nuovo lockdown?
Secondo Alessandro De Angelis, vicedirettore di Huffington Post, è così. Ciò non toglie una gestione inadeguata dell’emergenza da parte del Governo, a detta del giornalista.

I vari provvedimenti adottati hanno portato infatti a manifestazioni e scontenti generalizzati. Lo “scenario di tipo 3” prevede misure più rigide o siamo di fronte a un nuovo lockdown?
Qualcuno si sta opponendo nei partiti di maggioranza?

Ecco le riflessioni del vicedirettore De Angelis a “Lavori in corso”

“Non mi pare ci sia uno sfaldamento complessivo all’interno della maggioranza. A me sembra che ci sia una questione di fondo che riguarda la forza e la capacità di tenuta da parte del Governo di fronte questa seconda ondata.

Noi ci ritroviamo in questo dibattito sul perché si chiudono i ristoranti o meno e c’è un’irrazionalità di fondo in cui si è già fatto un semi-lockdown aspettando il prossimo perché sono stati buttati una serie di mesi in termini di prevenzione. In questi giorni si stanno consegnando dei banchi a scuole che sono chiuse. Questa immagine dice tutto. Noi siamo stati 4 mesi con la consapevolezza che il peggio fosse passato, aspettando i soldi del Recovery Fund ma adesso ci troviamo in piena emergenza.

Mi pare evidente che stiamo scivolando verso un lockdown. Essendo fallito il tentativo di convivere con il virus, se i contagi continuano a salire dopo che hai chiuso a metà, di fatto chiudi tutto. Mi pare di capire che già Conte ne ha parlato ieri sera. Ma manca un discorso di verità al Paese, Conte si è presentato al Paese come un preside senza spiegare il nesso tra situazione epidemiologica, considerazioni scientifiche e visione politica di fondo. Poi viene tutto rimesso al comportamento degli italiani: no, ci sono anche delle scelte politiche e sarebbe opportuno un grande discorso di verità. Non è un caso che la situazione sociale sta cambiando.

Non si può andare avanti a lockdown periodici fino a che non c’è il vaccino, altrimenti ti salta il Paese a livello economico. Mentre la paura per la vita era un collant prima ed era un elemento che spingeva il popolo ad avere pazienza, adesso oltre alla paura del virus c’è la paura di non farcela e questo è un elemento di disgregazione”.


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