Un Dpcm molto discusso quello che il premier Giuseppe Conte ha presentato ieri in conferenza stampa. Un dejà vu fa ripercorrere agli italiani i mesi precedenti, quelli in cui si doveva restare chiusi in casa anche e soprattutto perché fuori c’era il nulla. Non sono state chiuse definitivamente, ma l’orario ridotto dalle 5.00 del mattino alle 6.00 del pomeriggio mette a dura prova le attività come bar e ristoranti, senza parlare dello sport, che secondo Conte “si può fare in casa” sulla falsariga della logica del “non essenziale” riferito a palestre e piscine.

Critico con le nuove misure il Direttore de “La Verità” Maurizio Belpietro, che titola nell’edizione odierna “Così Conte uccide il Paese”.
Ma la critica non è rivolta unicamente alle misure prese: sono anche le decisioni che non ci sono a rappresentare un’enorme falla nel provvedimento per Belpietro: dai trasporti alla scuola, passando per il potenziamento – non pervenuto – delle terapie intensive. L’intervista ai microfoni di Francesco Vergovich.

Mi dovete spiegare che senso ha far chiudere i ristoranti alle 18.00. Se al ristorante si rischia il contagio allora si chiudono tutti i ristoranti. Non si capisce perché, ma ve lo spiego io: così il Governo può dire di non aver chiuso i ristornati altrimenti dovrebbe risarcirli, perché tu impedisci un’attività privata garantita dalla Costituzione, e quindi devi pagare il danno. Questo ovviamente il Governo non lo vuole fare perché non ha più soldi. Li ha buttati in una serie di cose inutili, compresi i famosi monopattini.
Perché questo? Perché non volevano fare la cosa fondamentale, ovvero potenziare i mezzi pubblici per consentire che la gente andasse al lavoro distanziata. Non è stato fatto niente di quello che era necessario.

Distanziamento a scuola? E’ una balla colossale che non ci siano stati focolai. Chiamate i presidi e verificate quante classi sono in quarantena. Non è stata fatta una cosa fondamentale, ovvero consentire di cablare tutte le scuole per permettere le lezioni a distanza.
La Ministra Azzolina si opponeva fino a ieri alle lezioni a distanza per un motivo semplicissimo: il bando per fare i lavori per collegare tutte le scuole e consentire che da casa uno studente si possa collegare senza che cada la linea, si chiuderà il 23 novembre.

Ma sapete qual è il cronoprogramma per fare gli investimenti che servono per mettere in rete le scuole? Nel 2021 verrà fatto il primo lotto del 25%, nel 2022 si farà un altro lotto e si concluderà il tutto nel 2023. Le scuole potranno fare lezioni a distanza nel 2023. Campa cavallo!

Aggiungo: ve lo ricordate il piano per potenziare le terapie intensive? L’altro giorno quando è stato chiesto al commissario straordinario all’emergenza Arcuri che fine hanno fatto i posti in più, ha risposto “non lo so”. Alla domanda successiva su cosa gli avessero risposto le regioni ha risposto: “Mi stanno rispondendo piano piano”. Questo è il commissario all’emergenza. Ha poi aggiunto he il programma di potenziamento dura 27 mesi: anche lì se vi fate due conti arriveremo al 2023.
Queste sono le ragioni per cui poi chiudono bar e ristoranti. Ma gli autogrill ovviamente no, così fanno contenti i Benetton a cui non hanno ancora tolto le concessioni nonostante due anni di promesse.

Ma poi spiegatemi un’altra cosa: perché negli Stati Uniti se ci sono i contagi la colpa è di Trump, in Inghilterra di Boris Johnson e in Italia degli italiani?“.