Oltre 10 milioni di download, ma non tutti gli smartphone possono supportarla e, soprattutto, i dati raccolti non vengono utilizzati. Stiamo parlando dell’App Immuni, l’applicazione lanciata dal Governo per tracciare le positività al coronavirus, che, nonostante il grande numero di adesioni, sembra essersi rivelata inutile.

Un fiasco dunque? Cosa è andato storto?

E ancora, Recovery Fund: gli aiuti dall’Europa arriveranno? Se sì, come si prevede che verranno utilizzati questi soldi alla luce del dato sconfortante che vede l’Italia tra gli ultimi posti come capacità di spesa dei fondi europei degli ultimi 7 anni?

Stefano Molinari e Luigia Luciani ne hanno parlato con Cesare Avenia Presidente di Confindustria digitale. Ecco cosa ha detto.

FLOP APP IMMUNI ► “Scandaloso, bisognava avere banche dati affidabili già quando è stata lanciata!”

Recovery Fund

“I dati non sono confortanti: siamo a uno degli ultimi posti in Europa come capacità di spesa dei fondi europei. Noi abbiamo cercato di sollevare un dibattito per dire: il Recovery Fund arriva, ma questo non basta. Dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato e quali rimedi mettere in piedi. In 7 anni abbiamo speso soltanto il 37% di quello che l’Europa ci dava, questi sono dati allarmanti. Giusto il dibattito su quanti soldi e come li dobbiamo allocare del Recovery Fund, ma dobbiamo capire perché non siamo stati capaci di spendere quelli degli anni scorsi”.

App Immuni

“A me non piace dire te l’avevo detto, ma questo è il caso. L’App Immuni andava affidata a banche dati affidabili. Io ho fatto delle figure incredibili! Ho obbligato amici a scaricarla, amici che poi purtroppo sono risultati positivi, e mi hanno chiamato quando erano all’Asl per dirmi che gli operatori sanitari del loro codice non sapevano cosa farsene.

Per me è scandaloso che nell’ultimo Dpcm si legga chiaramente che le Asl vengono obbligate… Vi pare possibile l’imposizione alle Asl di gestire i dati in questo momento quando questo doveva avvenire quando l’app è stata lanciata? E non era nemmeno complicato!”


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