In Campania è lockdown: lo ha comunicato oggi il Presidente della Regione De Luca attraverso un video. “Dobbiamo fare quello che abbiamo fatto a marzo – spiega – né più, né meno”. Lasciano perplessi le parole del Governatore che nell’annuncio si pronuncia anche in merito alla situazione nazionale: “Propongo la chiusura anche per l’Italia – afferma – deciderà il Governo sotto propria responsabilità”.

I contagi aumentano, il Governo detta le linee generali e lascia alle regioni la possibilità di scegliere in autonomia come agire sul territorio, e i governatori, a loro volta, diramano ordinanze con le quali gestire l’emergenza nei propri confini.

Giusto agire in questa direzione? Siamo a un passo dalla chiusura totale come accaduto lo scorso marzo?

Stefano Molinari e Luigia Luciani lo hanno chiesto all’editorialista de Il Fatto Quotidiano Antonio Padellaro. Ecco come ha commentato la situazione in diretta.

Rapporto tra Governo e regioni

“Dobbiamo distinguere la prima pandemia da questa seconda pandemia. Nella prima il Presidente del Consiglio fu accusato di aver fatto uno strappo addirittura alla Costituzione. In questa fase è avvenuta una cessione di sovranità: con lo stato di emergenza procrastinato a gennaio e con gli ultimi Dpcm il Governo ha dato alle regioni la possibilità di attuare le misure che ritiene opportune purché non siano più lievi di quelle governative.

Ora dobbiamo metterci d’accordo: o vogliamo Conte dittatore, l’uomo che decide tutto, oppure, e penso che sia più giusto, che il Governo eserciti un ruolo di coordinamento tra le regioni perché non accada ciò che è accaduto oggi in Campania. De Luca decide se fare il lockdown in Campania e addirittura vorrebbe decidere del lockdown di tutto il paese, mi sembra eccessivo.

I cittadini di tutto hanno bisogno tranne che dell’anarchia, delle parole incomprensibili e delle risse tra generali e colonnelli. C’è un’esigenza di tutela sanitaria e di tutela dell’economia, il Governo deve tenere conto dell’uno e dell’altro”.

Governo e opposizione

“Questa è una guerra, una guerra con un nemico invisibile: voi avete mai visto una guerra nella quale il comando delle operazioni litiga dalla mattina alla sera? Parlo di Governo e opposizione. Sta avvenendo una cosa incredibile e assurda! Da settembre, da quando abbiamo capito che i contagi sarebbero aumentati, un paese in guerra avrebbe dovuto unire le forze. Ci rendiamo conto che delle misure che potevano essere prese in anticipo sono state bloccate perché maggioranza e opposizione non se la sentivano di presentarsi alle elezioni dicendo per esempio di fare un lockdown anticipato di due settimane. Se si continua ad agire in parallelo tra la guerra al virus e la campagna elettorale permanente non ne usciamo”.

Lockdown nazionale

“Nuovo lockdown nazionale? Spero di no, penso che se non ci sarà un’impennata dei contagi si arriverà a lockdown di alcune città. Una città come Milano non escludo che possa attuare un lockdown. Credo che la priorità del Governo sia di mantenere aperte le scuole e le attività produttive. Il resto probabilmente dovrà subire delle costrizioni credo inevitabili”.


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