Da sempre la famiglia è un tema molto discusso perché intessuto di complessità, psicologiche, economiche, sociali, lavorative e quant’altro. Negli ultimi decenni, in Italia come nel mondo occidentale, i dati mostrano una decadenza dei nuclei familiari, per varie cause, tra cui l’indebolimento del matrimonio.

Mario Adinolfi, direttore de La croce Quotidiano, è intervenuto a Lavori in Corso proprio su questo argomento, diventato negli anni una sua battaglia, anche politica.

La famiglia tradizionale dal punto di vista culturale e mediatico è raccontata in una certa maniera, ma se vai a vedere i numeri, la famiglia semplicemente naturale è ancora l’abitudine mentale e cemento degli italiani. Tutto intorno collassava anche durante il periodo del Covid, ma la famiglia aiutava. Un disabile secondo voi è aiutato dallo Stato? I bambini che non andavano a scuola da chi erano aiutati? Dalla famiglia.

Qual è la cosa che conta di più nella vostra esistenza? Ditemi se non è la famiglia, è il mattone fondamentale decisivo della nostra società, il nostro paese è fatto così. Quei paesi che hanno provocato la distruzione della famiglia naturale vedete come hanno retto in quel momento. Non si fanno figli perché abbiamo indebolito l’istituto del matrimonio. Sposarsi deve essere un’assunzione di responsabilità piena. Considero sbagliata la considerazione del matrimonio come un contratto qualsiasi, ricordo che nella Costituzione c’è scritto che la famiglia è fondata sul matrimonio. Credo che dobbiamo spiegare ai nostri ragazzi che il matrimonio deve essere valutato e tornare a dirgli: “ma quando ti sposi?. La società si riproduce tramite il matrimonio, il primo codice della storia, quello di Hammurabi, già dice questo.


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