“Quando si gioca con la vita degli altri poi si deve pagare!” ► Mauro Valentini sul caso Vannini

Marco Vannini (20 anni) tra la notte del 17 – 18 maggio 2015 rimase ucciso da un colpo di pistola a casa della famiglia Ciontoli, ossia della fidanzata, a Ladispoli.

La dinamica dell’incidente è sempre stata ambigua e, dopo una grande lotta in Tribunale durata cinque anni, fatta dai genitori di Marco Valerio Vannini e Marina Conte, la famiglia Ciontoli viene oggi condannata per omicidio volontario.

Antonio Ciontoli, il padre della fidanzata di Marco, dovrà scontare 14 anni in carcere, 9 anni e 4 mesi invece al resto della famiglia.

Mauro Valentini (scrittore e giornalista), è autore, insieme alla madre di Marco del libro “Mio figlio Marco, la verità sul caso Vannini” che evidenzia tutte le dinamiche di questo caso. Secondo lo scrittore oggi, finalmente, giustizia è stata fatta.

Ecco le sue riflessioni a “Lavoro in corso”, intervistato da Stefano Molinari e Luigia Luciani.

“Marina e Valerio hanno sempre e solo chiesto giustizia. Erano disperati e si sono rivolti anche ai media perché non si sentivano ascoltati. Oggi finalmente è arrivata ed è una bella giornata per la giustizia italiana. La verità era sotto gli occhi di tutti tranne che per la giurisdizione italiana.

La cosa che mi ha colpito di più è che nella dichiarazione spontanea Ciontoli ha parlato della sua difficoltà di vita, le parole verso la famiglia vannini sono quasi di circostanza. Non hanno ancora la sensazione di ciò che hanno fatto.

Erano tutte persone pensanti, hanno avuto davanti un ragazzo in agonia e a nessuno in quei 120 minuti è venuto in mente di dire colpo da arma da fuoco’ al 118. Bastava dire ‘pistola’ per far scattare una catena di soccorsi che avrebbe salvato Marco ed è per questo che sono condannati al dolo. Non hanno fatto tutto quello che va fatto per salvare una persona.

In quella notte secondo me è successo qualcosa che nessuno dice e che non sappiamo che ha portato a mettere Marco in quella situazione. Non può essere il motivo della carriera. Il problema è che si mette in gioco la vita di Marco per qualcosa più grosso della carriera. Marina e Valerio non sapranno mai perché non è stato soccorso il figlio.

Quei quattro non hanno fatto nulla se non mentire, si è giocato con la vita di marco e quando si gioca con la vita degli altri poi si deve pagare“.


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