E’ uscita la sentenza sul Caso Marco Vannini, morto per un colpo di arma da fuoco nella notte tra il 17-18 maggio 2015 a casa della famiglia della fidanzata, Martina Ciontoli.

Dopo cinque anni dall’inizio dei processi, i giudici dell’appello bis hanno deciso: la famiglia Ciontoli è colpevole di omicidio volontario. 14 anni per Antonio Ciontoli accusato di omicidio volontario con dolo eventuale e 9 anni per gli altri membri della famiglia, i due figli Federico e Martina e la moglie Maria Pezzillo, accusati per concorso anomalo.

L’avvocato Andrea Miroli, difensore di Antonio Ciontoli, ha ribadito di fronte ai media e in aula che i familiari dello stesso Ciontoli non hanno mai avuto consapevolezza dello sparo. Lo ha spiegato in diretta a “Lavori in corso” in questa intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani. Ecco cosa ha detto.

Sentenza Vannini, parla l’Avvocato della famiglia Ciontoli ► “Li hanno consegnati a ciò che voleva la gente, faremo ricorso”

“Se questo è stato un processo mediatico che ha consegnato la famiglia Ciontoli a quello che la gente voleva? È una cosa che abbiamo sostenuto, che riteniamo essere assolutamente veritiera. Tuttavia le sentenze si accettano anche se non si condividono, noi attenderemo le motivazioni. Siamo curiosi di come i giudici motiveranno un concorso nel dolo eventuale per quattro persone, che è una questione di una complessità giuridica di non poco conto. Siamo curiosi di conoscere la motivazione per impugnarla in sede di legittimità.

La dichiarazione spontanea… Antonio Ciontoli ha sempre risposto nelle sedi opportune, non si è mai avvalso nella facoltà di non rispondere che pure era un suo diritto. Nel giudizio di appello era possibile dire la propria esclusivamente sotto forma di dichiarazione spontanea e questo ha fatto. Dobbiamo differenziare quali sono le dichiarazioni che uno fa durante il processo, rispondendo alle domande, l’esame dibattimentale è servito alla ricostruzione dei fatti”.


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