Quando si discute di scuola e futuro, bisogna incentrare il dibattito sull’investimento che la classe dirigente dell’oggi applica su quella del domani. Perché di questo si tratta: di una formazione sui cittadini che verranno dopo di noi, sugli studenti che diventeranno società civile.

E quando quindi si decide per scelta o per costrizione di tagliare la spesa sull’istruzione, un po’ come è accaduto per molti altri ambiti nel recente passato, si è consapevoli che i danni saranno pagati dalle generazioni future.

In termini di qualità della formazione, della cultura, della vita. A questo bisogna pensare in questi mesi nei quali il virus ha bloccato la crescita degli studenti italiani.

Ma a chi affidarsi per un ritorno alla progettazione del loro futuro? Il professor Enrico Michetti, intervenuto ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani, è convinto che “se non ci fosse stato il virus i risultati sarebbero stati i medesimi”. Perché il covid è l’elemento innovativo, ma il Governo è sempre lo stesso.

Ecco le considerazioni del Prof. Enrico Michetti

“Bambini come cavie, è questo il progetto della Ministra Azzolina” ► Michetti

“Allora, innanzitutto usciamo dal concetto che i bambini debbano essere ricoverati a scuola. I bambini vanno a scuola perché c’è un progetto di formazione che li riguarda. Ma deve essere la ministra a farlo. Dinanzi a questa carenza agli studenti rimangono solo mascherine, aule divise in due e controlli a campione come le cavie.

Il covid è un’emergenza, come anche il terrorismo. Ci sono state emergenze nel nostro Paese, eppure la scuola è andata avanti lo stesso perché c’era un progetto. Stanno negando il futuro di alcuni bambini. Stanno negando il loro diritto all’istruzione.

La scuola ha bisogno di un programma, di un progetto e di un ministro capace. Ha bisogno di un Parlamento serio, altrimenti i danni li vedremo domani.

E se non ci fosse stato il virus i risultati sarebbero stati i medesimi”.


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