Ciò che si evince dai risultati delle elezioni regionali è la grande discrepanza tra aspettative dei partiti di maggioranza e realtà su cosa pensi il Paese.
Non c’è stata la spallata al Governo, ma neppure si è registrata una grande vittoria della compagine governativa, così come per il centrodestra e la Lega, reduci da una sola regione strappata alla concorrenza.

Pochi vincitori si possono ricavare dal doppio election day, una tornata che secondo Lucia Annunziata conta comunque poco o nulla in termini concreti: lo spettro di una seconda ondata di Covid e le riforme che per la giornalista dovranno seguire il referendum sono le priorità a cui si dovrebbe necessariamente tornare al più presto.
Ecco cosa ha detto nell’intervista ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Questa ondata della Lega sembra essersi un po’ arenata, anche se sicuramente si era arenata già prima con l’Emilia Romagna. Non ci sono insomma le indicazioni di una ripresa della Lega che loro si aspettavano, ma diciamo che al momento governano più regioni del PD. E comunque la caduta di voti per il PD è costante: in sostanza le peggiori previsioni non si sono realizzate.

Il No si è rivelato essere una posizione molto forte soprattutto all’interno della sinistra non in grado di attecchire sulla popolazione in generale: è evidente che a sinistra c’è una grandissima tensione e la partita elettorale è stata giocata comunque in perdita sull’alleanza 5 Stelle-PD.

Detto ciò io credo che tutta questa roba sia un grande sciocchezzaio: da tutte le parti del mondo e dell’Europa ci dicono che a ottobre potremmo avere un’ondata di contagi più forte di quella del primo lockdown. Penso che al governo debbano mettersi a tacere e lavorare tutti insieme senza fare i vari discorsi di grandi intese. Si mettessero lì, si mettessero una carta davanti, cominciassero a prendere nota e tentino di avere un comportamento di stabilizzazione. In primis perché le elezioni prossime non sono vicine, inoltre perché la tornata delle riforme è molto complicata.

Io cerco di dire che poi alla fine, ogni volta che si va al voto, i comportamenti del Paese sono sempre più lineari e razionali di quanto appaiano in questa specie di bolla in cui si sentono le discussioni del quadrilatero nazionale. Questa volta è particolarmente incredibile la discordia tra il risultato finale e quello che si diceva. Si era montato ultimamente un clima di scontro che poi alla fine, alla luce di quello che è successo, pare essere un po’ una sceneggiata, mentre invece il Paese sta agendo in maniera tranquilla e rispettosa“.

Pierluigi Lantieri


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