Il pluralismo è un vaso di Pandora della democrazia che la classe giornalistica dovrebbe difendere in quanto guardiano del libero pensiero. Ma cosa succederebbe nel caso di un’omologazione, con tanti a diffondere una versione e pochi a urlare l’alternativa?
E’ quello che abbiamo chiesto al giurista e psicoterapeuta Mauro Scardovelli, appellandoci, stavolta, alle sue conoscenze psicologiche.

Il potere della comunicazione, quando degenera in propaganda, è enorme a detta degli esperti in tali discipline: è così anche per Scardovelli, che pone l’accento anche su chi non si oppone, o lo fa restando nel suo “orticello”: modo di fare che farebbe – secondo lo psicoterapeuta – molto comodo al modello neoliberista.
Quest’ultimo, a detta di Scardovelli, ha infatti bisogno di una narrazione che veda nella realtà mediatica molti sostenitori e il minor numero possibile di “mosche bianche” ad opporsi.
Ce lo ha spiegato lui stesso a ‘Un giorno speciale’.

Tutti gli imperi hanno bisogno di una narrazione che sia raccontata e fatta credere ai popoli. Il neoliberismo è colonialista, ci troviamo di fronte a un avversario temibile, molto difficile da sconfiggere.
Il problema centrale a mio avviso oggi è la Magistratura che fa poco, molto poco per denunciare questi crimini che sono delitti contro la personalità dello Stato.

I neoliberisti non sono persone che hanno idee che differiscono, sono persone che hanno idee totalmente opposte rispetto ai costituenti, e dunque opposte alla Costituzione.
Chiaramente finché crediamo ai mass media, crediamo alle idee che i nostri nemici vogliono che sosteniamo. Attualmente siamo i migliori alleati dei nostri nemici: se chiediamo a molte persone che cosa sia l’Europa ti rispondono che è la nostra salvezza, se chiediamo cos’è l’euro ti rispondono “meno male che ci siamo entrati, sennò chissà dove saremmo finiti con la liretta”.
Questa narrazione è diventata pian piano una fede, una fede religiosa che bisogna scardinare.

Certamente noi come emittenti libere possiamo fare questo lavoro, ma bisognerebbe sollecitare la Magistratura con delle denunce dei delitti nei confronti della personalità dello Stato, anche nei confronti di giornalisti che continuano a sostenere una visione totalmente falsa della situazione di oggi, creando quindi un’impossibilità al popolo che li segue di capire alcunché. Persino il servizio pubblico, la Rai, commette questo crimine.

Se una parte minima del popolo, 3-4 milioni di persone, riuscisse a sottoscrivere una petizione o una denuncia e un giudice ricevesse questa denuncia con 4 milioni di firme, o ancora si recapitasse questa denuncia in tutti i tribunali d’Italia, ci sarebbe qualche giudice che dovrebbe considerala, evitando l’omissione d’atti di ufficio.
Questa petizione, già da sola, sarebbe con queste condizioni un grosso respiro per l’economia
“.


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