Conte ha affermato l’esigenze dell’istituzione immediata di task force per gestire il Recovery fund.

Potremmo dire, con l’Eneide di Virgilio, che bisogna temere l’Unione Europea anche quando “elargisce doni”. Doni che per un verso non sono doni se si considera che si tratta di catene del debito.

Quel che più desta stupore è che gli stolti non riescano a capire che non vi è nulla di cui giubilare, bisognerebbe anzi issare il vessillo di lutto in quest’occasione se si considera che il Recovery fund non è altro che, mutato nomine, il vecchio MES con tutte le sue premesse e sciagurate promesse.

Ogni task force, dal cominciamento della crisi Covid -19 ad oggi, non è altro che l’ennesimo attacco contro la democrazia. Tutta l’emergenza Covid -19 è stato un attacco alla democrazia ma le task force rappresentano la messa in congedo a parole temporanea ma sempre più palesemente senza ritorni della democrazia.

Le task force sono composte da tecnici che nessuno ha eletto e che, invero, non sono nemmeno tecnici, giacché coincidono con gli uomini della finanza e del ceto dominante: tutti ricorderete il tecnico Colao che era ed è un top manager apolide della finanza, che operava dalla City londinese per la ripartenza dell’Italia senza nemmeno riavvicinarsi all’Italia sofferente.

Del resto l’aveva detto George Orwell: “Il linguaggio politico è concepito in modo che le menzogne suonino sincere, l’omicidio rispettabile e che l’aria abbia parvenza di solidità”.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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