Luci e ombre sui mesi infernali della quarantena da coronavirus. I documenti redatti in quei giorni tra fine febbraio ed inizio marzo dal Comitato tecnico scientifico continuano ad essere ricercati dai cittadini, essendo stati resi pubblici soltanto in parte.

I primi verbali in chiaro sull’istituzione della zona rossa durante l’emergenza Covid hanno fatto finire nel mirino il Premier Conte. Il tema sono le zone rosse di Alzano e Nembro. E soprattutto se Palazzo Chigi fosse a conoscenza o meno dei verbali che proponeva il 7 marzo al Presidente del Consiglio di dividere l’Italia in due.

Cosa che alla fine non avvenne. Ne viene fuori, dunque, un Conte solitario e unico firmatario del Dpcm che ha portato alla chiusura del Paese intero. Anche quelle zone soltanto sfiorate dal passaggio del virus.

In quali guai può incorrere il Premier Conte, tralasciando i documenti tenuti ancora nascosti? Ne hanno parlato Fabio Duranti e Stefano Molinari, insieme ad Enrico Michetti a “Un Giorno Speciale”.

Perché Conte rischia l’abuso di ufficio

“L’emergenza in qualche misura dà un potere che si chiama di ordinanza. Il potere di ordinanza non significa potere di arbitrio. Significa che se non c’è una legge in quel momento che vada a fotografare quell’emergenza, io non ho punti di riferimento.

Nel caso della pandemia l’organo di riferimento è il Cts. Nel caso di specie visto che i provvedimenti hanno limitato la libertà personale, sarebbero dovuti essere di natura legislativa chiamato decreto legge. Quello era il provvedimento d’urgenza.

La libertà è un diritto fondamentale, non la puoi comprimere con un atto amministrativo. Per determinare una zona rossa è necessario un decreto legge. Loro l’hanno fatto con un Dpcm, ma il potere di ordinanza deve ancorarsi a dei fatti oggettivi. Se ci sono 2 contagi in Sardegna devi motivare perché chiudi una regione. Altrimenti se il provvedimento è irragionevole, sproporzionato e abnorme, potresti incorrere in un abuso di potere.

Di tutti i danni causati dal lockdown risponde colui che ha sottoscritto quell’atto monocratico. Nell’atto amministrativo il soggetto che lo ha firmato ne risponde per danni”.

Il silenzio del sistema

“Le uniche luci che si levano sono fuori dal sistema. Chi è nel sistema rimane silente. La Costituzione è stata scritta in maniera semplice perché la potessero leggere e comprendere tutti. La Costituzione sulla libertà è molto chiara: la dichiara inviolabile.

Non servono competenze altissime, servono senso di responsabilità e soprattutto non farsi soffocare dal sistema. Noi abbiamo la schiettezza di non guardare in faccia a nessuno e dire le cose come stanno”.


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