È di oggi la notizia che i bambini dai 6 anni in su dovrebbero usare la mascherina a scuola, togliendosela solo per le interrogazioni. Sono scoppiate subito le polemiche coi tanti genitori che ora minacciano di non mandare i loro figli a scuola.

Massimo Andreoni, primario del Dipartimento Malattie Infettive del policlinico Tor Vergata, è intervenuto a Lavori in corso per discutere del fatto, mostrando tutta la sua perplessità su una misura poco fattibile.

“Sulla fattibilità di questa misura ho grande perplessità, è una cosa utile ma poco intelligente perché poco attuabile. Noi dobbiamo dire cose fattibili. Questo significa far impazzire i maestri e anche i bambini, con il rischio che poi queste regole non si applichino. Anche per noi medici professionisti è un’abitudine dura quella della mascherina e ogni tanto dobbiamo prendere fiato, pensate i bambini. Poi vediamo che ogni giorno si cambia idea, aspettiamo la scelta finale sulla scuola ma oggettivamente per i bambini più piccoli è difficile, dalle medie già è più facile. Sono perplesso.

Per quanto riguarda il controllo a scuola dei contagi, significherebbe fare il tampone che non è una cosa banale; in un bambino di 6 anni, direi fastidioso. Si potrebbe fare come cosa intelligente per non chiudere tutte le scuole una dopo l’altra. Non è banale fare il tampone a tutta la classe ogni tot di tempo come alle squadre di Serie A per il campionato. Il test sierologico non sarebbe la cosa più corretta. Poi quando ci saranno i test rapidi potrebbero essere utili.

I bambini di 6 anni sono dei bassi eliminatori di virus, si infettano ma il rischio della trasmissibilità è modesta. Man mano che crescono aumenta il rischio. Su questa base potrebbero essere scientificamente esonerati dalla mascherina. I bambini gravissimi sono stati pochi, può accadere ma si deve ragionare su un rischio ragionevole e su misure attuabili.

Mandare a scuola dei bambini di 6 anni con la mascherina è infattibile e non si doveva nemmeno dire. Attenzione però che la letalità del virus non si è abbassata e non dobbiamo modificare i nostri atteggiamenti rispetto il virus”.

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