Matteo Renzi, leader di Italia viva, ieri ha presentato il suo ultimo libro “La mossa del cavallo” nella Galleria Borghese, a Roma.
Quello che intende trasmettere ai lettori è un appello a non disperdere le energie, un patto tra le generazioni per tornare a crescere e un programma di interventi concreti per rilanciare le città Italiane.

Intervistato da Luigia Luciani e Stefano Molinari ha svelato cosa si nasconde dietro “la mossa del cavallo”, senza calarsi a fondo in questioni prettamente politiche, ha prestato attenzione particolare alla rinascita di Roma, dichiarando inoltre la sua posizione sulla ripresa economica e morale di tutta Italia.

Ecco le sue parole a “Lavori in Corso”.

Vi svelo la mossa del cavallo

Penso che non dobbiamo fare frasi retoriche tipo “andrà tutto bene” perché ci sono 35 mila morti, un migliaia di disoccupati, tanti problemi, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Questo virus ha fatto male, altro che andrà tutto bene. Il messaggio che mi sento di dare con la mossa del cavallo è di fare uno sforzo, di guardare gli aspetti positivi che si aprono. Ci sono opportunità che non erano mai capitate, per essere chiari l’Europa ci fa fare cose che non ci faceva fare, molti paesi stanno pensando a come riorganizzarsi, nel libro lancio idee – non dico per guardare il bicchiere mezzo pieno -, ma per rilanciare su speranze che questo paese ha il diritto e il dovere di avere che vuol dire la mossa del cavallo? Che se l’Italia sta a piangersi addosso non riuscirà a cogliere l’occasione che abbiamo, che può creare non solo posto di lavoro in settori in cui era immaginabile di investire qualche tempo fa, ma può guardare al futuro con più speranza”.

Parliamo di Roma

Roma ha tutte le condizioni per essere una capitale del mondo dei prossimi 10 anni. Roma è capitale da sempre, è la città eterna, ma sappiamo che nell’ultimo decennio la città dell’innovazione è stata più Milano che Roma. Bene questo grande caos del post covid si apre a città che possano tenere insieme cultura e innovazione, bellezza ed efficienza.

Spero che i candidati a sindaco, chiunque saranno, colgano questa opportunità e facciano loro la mossa del cavallo. Prendiamo tre sindaci di tre colori diversi, i sindaci degli anni 10: Alemanno, Marino e Raggi (senza dare un giudizio di merito su di loro) non sono riusciti a dare a Roma il ruolo che merita. Direi il rispetto, per i motivi più vari, non la buttiamo in politica… E’ un dato di fatto, nessuno può negare questo. Roma ha perso delle occasioni, se Roma avesse fatto le olimpiadi sarebbe tra le città più in avanguardia in Europa. È acqua passata, lo dico per il futuro!

Roma ha un fascino e una capacità di evocazione unica al mondo! Oggettivamente è la città eterna, come dico nella parte finale del mio libro, nella lettera indirizzata ai ragazzi, bisogna togliersi di dosso la polvere, la pigrizia, la paura di non farcela. Vorrei che l’Italia avesse questo atteggiamento nel post coronavirus.
Dopo la peste a Firenze nasce il Rinascimento, perché dalla crisi nasce il rinnovamento. Mi piacerebbe fosse così in tutti i settori”
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Riapriamo le scuole!

“Bisogna riaprire e pensare di riaprire le scuole almeno per i ragazzi della maturità sostenendo che a maggio avremmo dovuto mandare a scuola loro e forse anche quelli della terza media. Ora, quando l’ho proposto il 94% delle persone in Italia ha risposto negativamente. Se si fosse lavorato per tempo saremmo arrivati a maggio almeno a riaprire in parte le scuole, cosa fondamentale perché la scuola è il punto massimo di un paese. La didattica a distanza non basta. Questa proposta però, oggi, viene di nuovo e si scopre dai sondaggi che il 64% avrebbe voluto riaprire almeno parzialmente le scuole a maggio. Cosa vuol dire? Che i sondaggi cambiano. Perché accade questo? Perché la gente pensa giustamente giorno per giorno mentre il politico invece deve pensare prevedendo quello che accade. Ecco perché se avessimo riaperto 15 giorni prima le aziende e se avessimo riaperto le scuole almeno parzialmente avremmo dato un grande messaggio di speranza e di luce, perso qualche posto di lavoro in meno e forse avremmo aperto di più le frontiere ai turisti stranieri. Ormai è andata, inutile piangere sul latte versato. Però iniziamo a lavorare sulle scuole per rendere tutte le strutture a norma, iniziamo a fare le cose che servono perché non ci facciamo trovare in disarmo. Non arriviamo sempre fuori tempo massimo. L’Italia ce la può fare, ce la faremo. Io preferisco i dati Istat ai sondaggi“.

Dalle parole ai fatti

“Le cose che Conte ha detto son giuste, ha detto che bisogna rilanciare le infrastrutture e ora però bisogna passare dalle parole ai fatti. Questa è una di quelle fasi che conta sapere da che parte stai, noi stiamo dalla parte dell’Italia perciò ripartiamo.
Per quanto riguarda l’apertura del ponte sullo stretto, è bene che si sappia che costa più non farlo che farlo. Ormai il governo ha dato il via libera, se tu blocchi il progetto devi pagare di penali più di quello che paghi facendolo. Questi progetti sono finanziati e sono importanti dal punto di vista dell’opinione pubblica, è importante passare il messaggio che l’economia si sta rialzando. E’ un passaggio delicato ma necessario.
Inoltre la corruzione non dipende dalla piccola o grande opera ma dai controlli che se ne fanno.
Io sono in una fase quasi di formazione politica, sto molto con i ragazzi per far passare il messaggio che la politica è bella e bisogna studiare.
Spero che il protocollo si cambi, è inutile che tu dica ai paesi europei che sei pronto ad accogliere i turisti se non fai ripartire il calcio”.

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