Non è un caso che Zenga lo tolga dopo che grazie al suo gol il Cagliari ha messo – temporaneamente – il risultato in ghiaccio; non è casuale, contestualmente, che il Cagliari diventi meno fluido nella manovra e meno autorevole nell’imporla, quando lui esce.

Nel frattempo, aveva riempito di sé la partita contro il Torino: per corsa, presidio costante del pressing, apporto di lucidità alla circolazione di palla. 

La sua segnatura è, poi, un compendio delle sue doti e delle caratteristiche che da anni il campionato italiano apprezza e si gode: la progressione, condotta col destro; l’autorevolezza con cui ha deciso di ricavarsi il corridoio per la conclusione; infine il sinistro a pelo d’erba, a incrociare, che oltre a battere Sirigu aveva colto in controtempo l’intera linea difensiva dei granata.

Non stupisce una prestazione del genere, per Radja Nainggolan: stupisce il fatto che qualcuno non lo considerasse più in grado di fornirla. 

Paolo Marcacci


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