Nel mio libro “Pensare Altrimenti” sostenevo che il dissenso nasce sempre dalla coscienza più intima dell’individuo, che con una sorta di energia spirituale interna avverte in se stesso che le cose del mondo sono diversamente rispetto a come dovrebbero e potrebbero essere, moralmente e ontologicamente.

L’individuo che dissente è colui il quale, per essere coerente con sé è disposto a scendere in lotta con il mondo esterno.
Non è disposto, cioè, a rinunziare alla propria autenticità per adeguarsi all’ordine delle cose.
E’ il solo individuo, quello che dissente rimanendo fedele a se stesso, che possa produrre, come Socrate, quella splendida armonia che scaturisce dall’accordo tra parole e azioni. Ciò che fa sì che un uomo sia “musicale”, come dice Platone stesso di Socrate.

L’uomo musicale è quello che rimane fedele a se stesso, l’eroe che quand’anche perda tutto, non perde se stesso.
Vi è più che mai bisogno oggi di dissentire, specie se si considera che la nostra è la civiltà omologata, la civiltà di massa in cui prevale su tutto il giro d’orizzonte quello che Martin Heidegger chiamava il “man”, il sì impersonale.
Ciascuno pensa come si pensa, vive come si vive, crede come si crede.
Ecco perché, diceva Heidegger, nella società omologata del “man”, ciascuno è gli altri e nessuno è se stesso.

In quest’epoca di desolante omologazione, di conformismo planetario senz’anima, occorre celebrare i pochi che ancora sappiano dissentire, specie se è il giorno del loro compleanno. Perché oggi è il compleanno di Fabio Duranti, non solo un amico, ma un grande dissenziente; una persona coraggiosa che con Radio Radio sta diventando un punto di riferimento per coloro che dicono di no, che dissentono, che non si allineano con la narrazione dominante, con la narrazione politicamente corretta e, molto spesso, eticamente corrotta.

Fabio Duranti avrebbe potuto, come molti altri colleghi di radio differenti, vivere quello che György Lukács chiamava “il grande hotel dell’Abisso”, un hotel in cui magari si critica anche la realtà, ma sempre celebrandola come il migliore dei mondi possibili.

Da uomo libero qual è, Fabio Duranti ha invece fatto una scelta coraggiosa: procedere ostinatamente contro corrente, non accontentarsi del “si dice”, provare ad andare oltre, alla ricerca di un’ulteriorità nobilitante, di una verità altra rispetto a quella che si pretende essere la sola possibile.

Egli è dunque una figura eroicamente resistente, che merita di essere valorizzata e a cui tutti in fondo dobbiamo oggi qualcosa, se è vero che Radio Radio è diventata già da tempo un punto di riferimento unico e insostituibile per la libera informazione, per la libera ricerca e, più in generale, per un sapere non allineato che proceda contro corrente per amore della verità.

Ecco perché è così importante ribadirlo, specie se come oggi – 23 giugno – accade, è il compleanno di Fabio Duranti.
Tanti auguri, Fabio!

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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