Guardando i telegiornali, vedendo i principali quotidiani in questi giorni scorgo un messaggio rassicurante da parte del Governo e, per suo tramite, di tutta l’informazione di regime.
Il messaggio, sintetizzando, è: “Non è successo nulla, l’Italia riparte, le spiagge saranno piene“, (distanziate ma piene), “tutto è come dovrebbe essere“.

Poi c’è invece mezza Italia, quella dei lavoratori autonomi, dei liberi professionisti e dei piccoli imprenditori che pensa, trovandosi a giugno, che fra poco dovrà pagare le tasse.
Per chi non sapesse come funziona la distribuzione del profitto degli autonomi: di fatto la prima parte dell’anno si lavora per mettere da parte i soldi per pagare le tasse della seconda parte dell’anno.
Chi se ne frega“, diranno i lavoratori dipendenti, in Europa addirittura qualcuno festeggerà, perché “i brutti e cattivi evasori fiscali possono finalmente chiudere“.

Ciò che io credo non si sia capito appieno, è che molti lavoratori autonomi non riusciranno a pagare le tasse. Nessuno lo dice.

In molti non hanno poi capito il problema sociale che ci sarà nel prossimo autunno, dopo la meravigliosa estate paventata dai media. Io non ritengo che sarà così meravigliosa.
Lo stesso, certo, vale per la Francia, come per la Spagna ad esempio: la trappola europea perde colpi. Cercano in tutti i modi di dirci che arriveranno i loro millemila miliardi di contributi a fondo perduto, ma poi cosa succederà?
Cominceranno di nuovo con la loro propaganda contro l’evasione fiscale.

A quel punto tenteranno di nuovo di mettere i piccoli contro i piccoli, di scatenare questa guerra tra poveri: dipendenti contro autonomi, mentre gli operatori del capitale continueranno a fare ciò che vogliono, magari aggiustando i conti con una bella introduzione della patrimoniale il prossimo anno.
Questo scenario si avvicina, ma nonostante ciò nessuno dice che l’unica cosa da fare è uscire da questa gabbia, altresì chiamata Unione Europea.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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