Confessiamolo: da quando hanno cominciato a diffondersi sul mercato, così morbidi, colorati e salvaspazio, ognuno di noi appassionati di cucina (e ancor più di pasticceria) ha ceduto alla tentazione dell’acquisto dei pratici stampi in silicone.
Li impieghiamo soprattutto per preparare torte: il dolce cuoce più in fretta e si sforma più agevolmente; gli stampi in silicone possono essere generalmente impiegati in un ampio range di temperature (in genere – 40°C / +250°C), potendo quindi passare dal forno al freezer, rendendosi adatti anche alla preparazione di semifreddi e bavaresi. Inoltre ono strumenti idonei anche all’impiego nel forno a microonde. Ma vi siete mai chiesti se sono davvero sicuri per il contatto con gli alimenti, ovvero per cucinarli e conservarli al loro interno?
Un test indipendente realizzato dalla rivista francese 60 Millions De Consommateurs, non sembrerebbe particolarmente positivo: infatti, si afferma che sotto l’effetto dell’usura e del calore, questi potrebbero rilasciare sostanze in grado di contaminare il cibo.
L’indagine ha riguardato tre marchi di stampi in silicone tra i più acquistati dai francesi (Bake Me, De Buyer e un senza marca acquistato in un punto vendita Zodio), e le prove effettuate sugli stessi hanno rilevato che, soprattutto se usati con ingredienti ricchi di olio, possono effettivamente “inquinare” il cibo con molecole tossiche. Non mancano però anche i marchi ”promossi”, tra cui spiccano Carrefour, Ikea, Tefal e Guy Degrenne, che non hanno mostrato alcun tipo di migrazione o in una quantità decisamente limitata.
Ma perché accade questo?
Ovvero, come mai in alcuni casi il silicone rilascia più sostanze tossiche e in altri casi meno? Come sempre, una scelta consapevole passa necessariamente dalla qualità: accertatevi che gli stampi che acquistate siano prodotti in silicone platinico, considerato al momento il più idoneo per l’utilizzo in campo alimentare.
Questo tipo di silicone, ottenuto con catalizzatore platinico, è migliore e più sicuro rispetto a quella del silicone realizzato con catalizzatore perossidico, da utilizzare preferibilmente in campi diversi, come quello industriale. Diffidate dunque dei prodotti a basso prezzo, e informatevi bene prima di comprare qualsiasi marchio di prodotto, ancor più se proveniente dal mercato extraeuropeo.
Un altro aspetto di notevole importanza è insito nel post-trattamento termico a cui gli stampi di silicone vengono sottoposti al termine del loro processo produttivo: un trattamento che ove presente garantisce l’eliminazione di ogni eventuale presenza di sostanze volatili per garantire al consumatore la massima sicurezza.
Ma aggiungiamo ancora dei consigli utili tratti da una ricerca svolta nel 2007 dalla rivista Altroconsumo, che esaminò diversi stampi in silicone presenti sul mercato nazionale e li sottopose a prove di migrazione per verificarne l’idoneità al contatto alimentare.
Nel nostro paese non esiste una normativa che regolamenta in modo specifico i siliconi, ma fu tenuto conto della legge per le materie plastiche – come previsto dalla Risoluzione europea sui siliconi – per sancire che tutti i campioni presi in esame risultarono in regola.
Tuttavia, con questi test si ebbe modo di verificare anche che:
- Una migrazione particolarmente elevata di sostanze tossiche dal silicone al cibo contenuto può verificarsi soprattutto al primo utilizzo, da cui emerge il consiglio di cuocere la prima volta un impasto semplice da gettare via dopo la cottura.
- Il lavaggio in lavastoviglie può contribuire sensibilmente a ridurre la migrazione di queste sostanze indesiderate, dunque si rende fondamentale il consiglio di lavarli con questo macchinario prima di utilizzarli e possibilmente anche dopo ogni successivo impiego.
Fonte: prodigus.it