Sebbene il tema Coronavirus abbia invaso le nostre vite da oltre due mesi, restano ancora molte ombre: da Governo, task-force, scienziati ed esperti traspare l’incertezza su passato, presente e futuro della pandemia. Dalle origini, passando per gli attuali metodi di trattamento fino ad arrivare alle prospettive sul vaccino.

Attualmente il piano che la classe dirigente del Paese ha adottato per uscire dalla crisi prevede una strategia di attesa e dipendenza dall’andamento della curva epidemiologica. Se nelle prime due settimane di fase 2 gli indici di contagiosità resteranno controllabili si procederà con nuove riaperture.

Intanto però molte restano le perplessità. Uno dei fronti attualmente più caldi riguarda la ripresa del calcio con la Serie A sospesa e 124 partite ancora da giocare. Mentre in ambito strettamente sanitario ci si interroga sulla reale immunità dei bambini e sugli orizzonti di terapia al plasma e vaccino.

Di tutto questo Ilario Di Giovambattista, Luigia Luciani, Franco Melli, Paolo Cericola, Fernando Orsi hanno discusso con il Professor Alberto Villani, Presidente Società Italiana Pediatria e membro del Comitato tecnico scientifico del Governo. Ecco cosa ha detto ai nostri microfoni.

Ecco perché i bambini sono più immuni

I dati di cui disponiamo al momento sono questi: noi abbiamo poco più quattro mila soggetti in età evolutiva in Italia che hanno avuto una diagnosi di infezione da Coronavirus. Coloro che vengono ospedalizzati sono circa il 7 per cento. Al momento i decessi, dolorosissimi, ma sono tre in tutta Italia.

Innegabilmente pur contraendo il virus sembrerebbero avere delle forme decisamente più lievi. Si sta studiando il perché di questo, alcuni dei motivi sono: il sistema immunitario più abituato a fronteggiare infezioni della famiglia del Coronavirus; Le ripetute vaccinazioni che terrebbero il sistema dei bambini in allenamento nel difendersi dalle infezioni e nel produrre anticorpi; La specificità del sistema immunitario dei bambini più portato a rispondere a germi nuovi”.

I calciatori avranno la priorità sui tamponi?

Il problema c’è, ossia a chi dare la priorità nell’esecuzione dei test. Quello a cui stiamo andando incontro è una sempre migliore possibilità di fare test e anche di velocizzare i tempi. In un periodo nel quale non si riesce a fare il test neanche a chi sta male il problema etico sussiste. Qualora nelle prossime settimane le cose continuassero ad andare come stanno andando ci sarà modo di farlo con più serenità alla popolazione. Si potrà prendere in considerazione l’ipotesi di farlo ai calciatori senza toglierlo alle persone che ne hanno più bisogno”.

Elementi certi dopo il 18 maggio

Come sempre ricordo che tutto questo dipende né dal Coni, né da lei, né da me. Dipende dal Coronavirus. Molte persone hanno rimosso con estrema facilità le scene delle bare di Bergamo. Il nostro compito come Comitato tecnico scientifico è rappresentare quelle che sono le realtà ed i possibili scenari. Dirle adesso quello che magari sarà modificato tra una settimana non ha senso. Proprio perché il tempo minimo di valutazione è stato calcolato in due settimane.

Avremo degli elementi per prendere suggerire quelli che possono essere i vari scenari. Se le cose continuano in questo senso probabilmente avremo modo di riprendere una vita che sarà quanto possibile normale. Dopo il 18 maggio sicuramente avremo degli elementi per valutare come stanno andando le cose e quindi quello che poi è possibile fare”.

Sosteniamo tutte le possibilità terapeutiche

“I tentativi terapeutici sono stati fatti e si è imparato a gestire questa nuova malattia. Ci sono state tantissime opzioni. Le terapie con il siero sono delle possibilità terapeutiche usate anche in altre patologie, come anche gli antivirali. Per una situazione che è nuova i tentativi sono i più svariati, ma attendersi la soluzione da una sola possibilità terapeutica è molto difficile. E’ molto importante dare il sostegno a varie modalità che possono essere d’aiuto. Sono tutte allo studio.

Approccio terapeutico al plasma è una delle opzioni, giusto avere interesse, il tutto è seguito da istituzioni anche che abbiamo in Italia, ma non è altrettanto giusto riversare troppo entusiasmo perché è una delle opzioni. In alcuni soggetti si è rivelata estremamente efficace, in altri meno. Quindi va valutato sempre con molta attenzione. Capisco che c’è l’esigenza anche emotiva di trovare il farmaco che risolve, però non è sempre così facile.

Si tratta di un virus naturale, che ha fatto il salto di specie. E questo è documentato dal fatto che è stata fatta la mappatura completa in più laboratori nel mondo. Da quando abbia iniziato a circolare è più difficile dirlo però sicuramente parliamo tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.

Effettivamente la possibilità che in tempi straordinariamente brevi, per essere un vaccino, si arrivi ad un vaccino sicuro ed efficace, è già più che una speranza. E’ un qualcosa di concreto. Questo Coronavirus potrebbe essere come impostazione un virus che ha delle caratteristiche tali per cui modificandosi molto rapidamente si debba avere poi la necessità di elaborare nuovi vaccini. Ma una volta che si è in possesso della metodologia e della tecnologia si può anche studiare il modo per adattare il vaccino”.


ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE

LEGGI ANCHE: