Prima della crisi coronavirus erano 8 su 10 i romani che affermavano che alle prossime comunali non avrebbero affidato il Campidoglio a Virginia Raggi.
La Sindaca era diventata per i sondaggisti poco più che una “reggente”, una sorta di garante dell’amministrazione grillina in attesa di un altro candidato, ma ora sembra non essere più così.

In pochi mesi cambia la vita dei romani ma anche gli scenari politici dell’Urbe.
Il Covid ha, sì, travolto l’attuale giunta, ma ha anche avuto l’effetto di indebolire molto la concorrenza di Virginia Raggi, sia a destra che a sinistra. Pochi candidati, gran parte di quali suggestioni sia da una parte che dall’altra, e la fascia tricolore dell’attuale sindaco sembra così riprendere tonalità dopo il via libera di Crimi a un nuovo mandato.

Lo scenario non è però tutto rose e fiori per la Raggi, la cui popolarità deve fare i conti con la parte di Roma insoddisfatta e insofferente alla poca concorrenza.
Cade infatti un altro municipio grillino mentre salgono le sue possibilità: a ‘Lavori in Corso il giornalista del Messaggero Simone Canettieri ha spiegato a Stefano Molinari e Luigia Luciani tutte le mosse nello scacchiere politico romano post-Covid.

Ecco l’intervista a Simone Canettieri.

Movimento consenziente a un nuovo mandato

In questo contesto sembra essere caduto il muro da parte di vari big del Movimento 5 Stelle che comunque si rifacevano alle regole del doppio mandato o mandato “zero”.

C’è da fare anche un discorso, ci sono tutta una serie di concause, perché il Movimento in questa fase storica almeno da gennaio e totalemente acefalo, c’è un capo politico che è Vito Crimi, però è un reggente, anche se fa dichiarazioni e prende decisioni è una sorta di garante politico di una serie di big del M5S, pensiamo all’ala di Fico o di Di Maio che sono sempre più inconciliabili ma costrette a vivere sotto lo stesso tetto.

Una delle fortune della Raggi è che in questo momento non ha un capo sopra di lei.
Penso che sulla ricandidatura non ci siano problemi perché ricordiamo che oggi Crimi parlava di iscritti: la Raggi solo sui social ha più di un milione di follower. Su questo ho fatto degli studi e ho appurato che si tratta di 600mila romani e 400mila dal resto d’Italia, quindi è molto popolare.

Concorrenza debole

Ha un peso specifico così alto che anche se mettessero su Rousseau la possibilità di una candidatura in deroga alle regole non avrebbe alcun tipo di problema, discorso diverso poi è vincere. Anche qui sembra avere un vantaggio perché questa crisi sembra aver azzerato un sacco di schemi anche nel Centrodestra e nel Centrosinistra. Al momento essendoci doppio turno dubito che il PD possa fare un accordo con la Raggi.

E’ anche vero che Roma è una città disastrata dopo il Covid-19, con grandi problemi economici, con un tessuto sociale da ricostruire quindi per quanto sia prestigioso amministrarla rischia di essere un compito ancor più ingrato.

“Tutto è cambiato con il Covid”

Secondo me prima del Covid era una partita che poteva rimettere in campo il Centrodestra e il Centrosinistra, non avrei dato la Raggi al ballottaggio.
Il centrodestra perde terreno, con Salvini al ribasso e la Meloni al rialzo: potrebbe essere l’unico candidato potenzialmente vincitore ma lei non ha intenzione di candidarsi.

Adesso inizio a pensare che la Raggi potrebbe andare al ballottaggio però volevo darvi un altro dato interessante: la settimana scorsa è caduto un altro municipio, il quarto, e se uno computa i residenti di municipi dove il Movimento non governa sono sei, quindi un milione di abitanti che seppur governati dalla giunta Raggi non hanno minigiunte o minisindaci grillini. Prendere voti lì per la Raggi sarà complicato“.


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