Adesso ci mancava la questione del passaporto sanitario. Perché il governatore della Sardegna Solinas, con un accento stranamente non sardo nonostante il cognome, ci dice che vi si potrà accedere soltanto con un passaporto sanitario, cioè con un test di sieronegatività o addirittura con un tampone negativo.

Nessun virologo al mondo potrà attribuire una patente di negatività solo in base al test sierologico, perché non sono mai così sicuri. Del resto sarebbe molto difficile prendere soltanto il tampone perché dal momento in cui l’hai fatto – anzi ne dovresti fare due – poi passerà del tempo prima di poterti spostare magari proprio verso la Sardegna. Questa cosa è, da un punto di vista scientifico, priva di qualsiasi documentazione.
Dal punto di vista politico, anzi direi istituzionale, impossibile perché non sono le regioni che possono definire chi passa e chi non passa da una regione a un’altra sul territorio dello Stato nazionale.

Ecco che viene fuori sempre di più il fatto che la riforma del titolo V della Costituzione non può essere applicata quando si tratta di pandemie o di fenomeni di questo tipo. Perché quando si tratta di un’emergenza sanitaria nazionale deve decidere lo Stato unitario e centrale. Soprattutto se non si tratta, come nel nostro caso, di un paese con uno Stato federale come in Germania o negli Stati Uniti.
Ma qui nessuno sembra considerare questo aspetto istituzionale, la Costituzione non lo prevede, quello scientifico, gli scienziati dicono che non servirebbe a nulla, e si continua a perseverare questa strada. Per cui la Sardegna, che non ha praticamente contagi, vorrebbe tenersi immune e anzi vendersi questo come una grande caratteristica di qualità per chi viene da fuori.

Ma come farà chi viene da fuori a venire se deve avere un passaporto sanitario? Francamente sono battibecchi e litigi che noi non vorremmo vedere.
Sala che rimprovera ai sardi di vendicarsi attraverso i milanesi, che magari non andranno più lì, e il governatore Solinas che rimprovera a Sala di essersi fatto un aperitivo quando tutti avevano trascurato il Coronavirus agli inizi.

Insomma, non ci siamo proprio. Ma la cosa più grave è che non si è capito che in questa condizione decide lo Stato centrale. Nessun altro.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi


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