L’emergenza continua, come continuano decreti e provvedimenti speciali per fronteggiare il coronavirus, di cui si attende il picco e, dunque, la discesa. In molti si stanno però già chiedendo cosa succedere alla fine di questa situazione, che sia il tre aprile o più in avanti, come annunciato da Donald Trump agli americani o dal Governo tedesco.
La speranza di un’umanità post-emergenza più lungimirante e che dia il giusto peso al presente è viva, ma è altrettanto viva l’ipotesi di un ancor più serrato attacco alla libertà, in questo momento messa alla prova dal virus tanto quanto la nostra salute.
Ne hanno parlato a ‘Un Giorno speciale’ il virologo Giulio Tarro ed il filosofo e saggista Diego Fusaro, ecco l’intervista di Stefano Molinari e Fabio Duranti.
Giulio Tarro: “Suicidio economico, ma non alimentiamo la psicosi mediatica”
“Credo che in ogni caso ormai stiamo praticamente da quasi un mese in questa situazione e penso che sul sociale siamo ai limiti. Tra l’altro sul piano economico è stato praticamente un suicidio, al contrario degli altri paesi europei.
L’esempio viene anche dalla Cina, dove sono stati rigorosissimi, ma quest’aspetto della percentuale di mortalità è un fatto. Dobbiamo ragionare, non si può obbligare tutti al “regime”, ma presumibilmente per la nostra salute questo Covid-19 non sembra essere il bacillo della Peste.
Penso che vada fatto un mea culpa anche per quel che è accaduto negli ultimi anni, dove tra il ’97 e il 2015 abbiamo addirittura bloccato tutte le nuove terapie intensive, riducendole persino del 50%, quindi in sostanza dai 575 su 100.000 abitanti siamo passati ai 275 attuali.
Non ci siamo nemmeno preoccupati di raddoppiarli in questa situazione di emergenza, come invece hanno fatto i francesi. Ora ci troviamo in questa situazione di sfascio proprio nelle zone che sono fiore all’occhiello della sanità, questo la dice tutta.
Dal punto di vista mediatico questo bollettino di guerra si deve fermare, non possiamo alimentare questa sindrome da panico che indebolisce il nostro sistema immunitario. Non si capisce perché bisogna per forza creare questa situazione di stress alla luce dei dati che ci arrivano dalla Cina”.
Diego Fusaro ► “La nuova censura del neoliberismo”
“La lingua neoliberista vede in questi giorni un nuovo vocabolo prediletto nel termine “sciacallo”, viene chiamato così chiunque muova critiche dinanzi al Governo, dinanzi alle misure e dinanzi alla situazione data. Lo “sciacallo” deve quindi accettare supinamente i provvedimenti del governo, dacché siamo in emergenza.
In quest’emergenza viene sospesa la Costituzione, ma non è così remota l’ipotesi che di qui in avanti di questo passo venga anche sospesa la libertà d’espressione, perché effettivamente si potrebbe dire che chi porta avanti tesi non allineate è un complottista che mette a repentaglio la salute pubblica e può tranquillamente essere messo a tacere.
E’ giusto contenere il contagio, come ci insegnano gli epidemiologi, ma faccio altresì notare che si sa quando comincia ma non si sa quando finisce. Addirittura su un articolo del CorSera dell’11 marzo si dava voce al Governo tedesco che sosteneva che l’emergenza possa durare altri due anni.
Donald Trump ha sostenuto che potrebbe protrarsi fino ad agosto, sicché ci troveremmo in una condizione di sospensione della normalità e di fatto di normalizzazione dello stato d’emergenza destinato forse a protrarsi fino a giorno indefinito.
Il sottoscritto non sostiene, come Giorgio Agamben, che il virus sia un prodotto liberista, tuttavia quand’anche non sia stato creato ad hoc, a fine emergenza ci sveglieremo dall’incubo irregimentati senza accorgercene da smart working e telelavoro“.
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