Stamattina non riuscivate ad alzarvi? Avete perso tutti i mezzi che potevate perdere ed era proprio il giorno dell’appuntamento importante a lavoro? Vi si sono smagliate le calze e la valigetta ha deciso di aprirsi giusto sopra la pozzanghera? No, non è colpa del Blue Monday, è solo l’ennesima brutta giornata, esattamente come tutte le altre.

Il Blue Monday, il giorno più deprimente (e sfigato) dell’anno, non esiste. Ci hanno fatto credere che un’equazione matematica fosse stata in grado di individuare il giorno in cui sentirsi più tristi e sfortunati fosse comune a tutti e del tutto naturale. La teoria, però, è soltanto “pseudoscientifica” e l’equazione priva di fondamento.

L’idea partiva dal fatto che si potessero analizzare le tendenze dei clienti delle compagnie di viaggio allo scopo di creare nuove strategie di marketing. Cliff Arnall, psicologo presso l’Università di Cardiff, osservò una corrispondenza tra le prenotazioni e l’umore dei clienti: tanto più si era tristi tanto più cresceva la voglia di prenotare le vacanze. Il periodo di maggiore sconforto? Tra Natale e Pasqua, quando il tempo si fa più freddo e brutto, e quando al lavoro si è meno motivati. Secondo l’equazione, dunque, proprio la terza settimana di gennaio. E quale peggior giorno se non esattamente il lunedì?

Vera o falsa che fosse, negli ultimi anni la teoria è stata sfruttata principalmente per scopi commerciali. Un premio di consolazione per il lunedì più lunedì dell’anno, in fondo, ce lo meritiamo tutti: e allora perché non acquistare proprio quella cosa inutile che rimandiamo da mesi e che ci piace tanto? L’ennesimo modo, insomma, per convincere i consumatori a fiondarsi sugli acquisti.

Alcuni studiosi concordano, altri ritengono la teoria una “sovrasemplificazione della realtà”, sta di fatto che per alcuni oggi la giornata è iniziata davvero male. Sia di consolazione allora, che per calcolo delle probabilità non siete gli unici e che il lunedì, alla fine, è lunedì un po’ per tutti.

Insomma, il Blue Monday è un falso! Noi però, nel dubbio, mettiamo un paio di calze in più nella borsa e per questa settimana invece della valigetta prendiamo lo zaino.

Benedetta Intelisano