10) Siniša Mihajlović
Per come la sta attraversando, per come la racconta. Come al solito, senza fare sconti a nessuno, meno che mai a se stesso. Ma sempre accendendo un faro in mezzo al mare di paura in cui rischia di annegare chi vive il suo stesso calvario.

9) Lewis Hamilton
Capirete che questo è, in realtà, un dieci bis.
Ad Abu Dhabi chiude non solo vincendo in modo perentorio ma sbranando con il morso finale anche il giro veloce. Cannibalesco: prima che con gli avversari, con i suoi stessi record, che polverizza aggiornandoli di continuo, restando il più affamato in un mondo che lui ha da tempo reso digiuno.

8) Antonio Conte
Possiamo pensare tutto quello che vogliamo del personaggio e del suo modo di porsi; fatto sta che riporta l’Inter sulla vetta della Serie A, infondendole una consapevolezza dei propri mezzi tale da provocare le vertigini a chi è, ora, più in basso.

7) Jeremie Boga
Uno scavetto di marzapane, servito su fondo torinese viscido.

6) Torino
Una zuccata da tre punti di Bremer contro un Genoa tutt’altro che arrendevole. Rilancio di classifica, di ambizioni e di autostima, per un gruppo che si era smarrito, ma che ha evitato di perdersi del tutto, ritrovandosi attorno al suo allenatore.

5) Ferrari
È il voto, interlocutorio, che rispecchia una stagione intera, alla luce di considerazioni varie: quelle sulla fibrillazione gestionale in troppi gran premi, sulla protezione debole degli equilibri interni al team; sulle errate scelte strategiche concentrate soprattutto nella prima parte del mondiale. Ci hanno rimesso tutti, a cominciare da Vettel e Leclerc.

4) Vincenzo Montella
Qualcosa di illusorio all’inizio, complici le qualità dei singoli, poi la Fiorentina è implosa, collassando innanzitutto sulla sopravvalutazione estiva della sua rosa.

3) Mario Balotelli
Lasciateci esprimere, innanzitutto, la soddisfazione data dal poter parlare di lui solo in termini calcistici. Nel derby regionale contro l’Atalanta incide soltanto perché provoca i fischi dei tifosi ospiti alla lettura delle formazioni.

2) Carlo Ancelotti
Al termine di Napoli – Bologna, complice l’incredulità per la ricaduta, commette il secondo grave errore comunicativo, dopo quello consistente nell’aver rivelato il suo disaccordo circa il ritiro imposto da De Laurentiis: scarica buona parte della responsabilità sui giocatori. Uno come lui non può non conoscere l’effetto che questo può avere su un gruppo già destabilizzato.

1) Fabio Grosso
Era difficilissimo fare peggio di Corini; praticamente impossibile farlo rimpiangere.

Paolo Marcacci


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