E’ ufficiale: si è registrato in Inghilterra il trionfo assoluto dei conservatori di Boris Johnson, in paritempo si è assistito al tracollo dei laburisti.
In sostanza ha vinto il partito del Brexit, è stato sconfitto il partito del ‘remain’.

Occorre giubilare però non tanto della vittoria dei conservatori, sui quali pure ci sono motivi di perplessità, occorre invece gioire del fatto che a trionfare sia stato il partito del Brexit.
Come sappiamo da subito l’Inghilterra non è mai entrata interamente nell’UE: ciò in ragione del fatto che Margareh Thatcher aveva capito – con ragioni liberiste – che l’UE sarebbe stata a trazione teutonica e non inglese.

Nondimeno con Boris Johnson, che continua con le politiche iperliberiste della Thatcher, trionfa il partito del Brexit: non importa se da questo punto di vista a favorire il Brexit sia un partito conservatore o un partito rivoluzionario.

Il perché lo spiega la filosofia di Gioberti, si trarre di una poligonia del vero: il vero può avere molti punti di genesi che conducono alla medesima verità. Tale è la realtà del Brexit.

Occorre dopo questo evento insistere su un fatto: il Brexit è importante perché crolla con esso il teorema dell’irreversibilità dell’Unione Europea. Se l’Inghilterra riuscirà a dare compimento al Brexit mostrerà a tutti i popoli europei che l’euro e l’Europa possono essere abbandonati.

Speriamo che, come scriveva Marx, l’Inghilterra mostri a tutti i paesi l’immagine del loro possibile avvenire.

La lezione dell’Inghilterra: vince il partito del Brexit, abbandonare l’Europa è possibile

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro

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