Del MES, il Meccanismo europeo di stabilità detto anche Fondo salva-Stati, il deputato leghista Claudio Borghi aveva detto che avrebbe messo profondamente in crisi l’Italia. Questo già a giugno scorso, in piena incubazione di quella che poi è diventata ufficialmente la crisi del governo giallo-verde.

A distanza di mesi, e con un governo che ha cambiato sfumatura di colore ma non Presidente del Consiglio, che cosa ne pensa il Presidente della Commissione Bilancio della Camera?

Stefano Molinari lo ha chiesto proprio a lui durante la diretta di ‘Lavori in corso’. Ecco cosa ha risposto.

Intervista all’Onorevole Claudio Borghi Aquilini (Lega), Presidente della Commissione Bilancio della Camera.

“In Europa il funzionamento di tante riforme è così: si sceglie una sigla, si discute tutto in una stanza, quando hanno deciso pubblicano un testo complicatissimo in inglese e con tanti rimandi, poi se non ci sono rivolte armate significa che la gente non ha capito che cosa gli si sta preparando e allora si va avanti finché il fatto non è compiuto.

Questo è il metodo Junker. Ma è proprio teorizzato, sta proprio scritto. La BRRD, per esempio: se avessero detto ‘se la banca va in crisi paghi tu col tuo conto corrente’ non sarebbe mai passata.

Anche sul MES e sulla riforma del MES è andata e doveva andare così.

La prima versione, mi riferisco al 2012 quando è stato approvato, è servita per sfilarci un totale di circa 54 miliardi e darlo a Grecia, Cipro, Portogallo, Spagna e Irlanda. Sono andati a questi paesi e secondo me non ci verranno mai restituiti.

La riforma, il secondo giro, è ancora più pericoloso del primo.

Contenuto del MES già deciso nel precedente governo? Sì, peccato che la decisione sia stata presa contro la volontà politica dei partiti che sostenevano questo governo. La responsabilità è tutta di Tria e Conte. Ai tempi della negoziazione Lega e 5 Stelle erano assolutamente concordi nel dire NO al MES. Poi Conte andò e evidentemente anche in questo caso decise in modo differente”.

“MES, Lega e 5 Stelle erano contrari. Fu Conte a decidere diversamente”


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