Il Senatore della Lega, Matteo Salvini, sul sindaco di Roma Virginia Raggi ha le idee chiare: deve farsi da parte.

Ecco cosa ha detto in diretta a ‘Lavori in corso’ nell’intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Roma ostaggio di un Sindaco che… Non so come commentarla. Se fosse la mia più cara amica le direi: ci hai provato, dopo 3 anni e mezzo è chiaro che non è il tuo mestiere. Senza rancore, ma fatti da parte.

E’ chiaro che i problemi nascono da lontano, però in 3 anni e mezzo dal sindaco del cambiamento e della rivoluzione, da Grillo, uno qualcosa si aspettava.

E’ un disastro! E lo dice uno che 3 anni e mezzo fa disse ‘piuttosto che il PD che avete già provato, proverei il 5 Stelle’. E’ peggio di prima.

Ho visto che Grillo e Di Maio la proteggono, ma persino Zingaretti ha detto ‘no non si deve dimettere dovrebbe impegnarsi di più’. La città è abbandonata a sé stessa!

Sabato pomeriggio in Piazza San Giovanni sarà anche l’opportunità per raccogliere le firme dei residenti a Roma che poi consegneremo in Campidoglio per dire ‘Virginia, sarai bravissima a fare tante altre cose nella vita, però il sindaco proprio no’.

La Lega pronta a governare roma? Da sola certamente no, ma governiamo intere città, faccio l’esempio di Genova che di problemi ne ha avuti. Lì la Lega è capofila. Quindi io non pretendo di far tutto da solo, ma far meglio della Raggi non mi sembra che sia complicato.

Salvini: “Di Maio è politicamente finito. Patto civico PD-M5S una supercazzola”.

I selfie di Conte, le prime manovre sulla sicurezza, le sorti politiche di Di Maio, il nuovo partito di Renzi e la sfida a un confronto face to face con Di Maio, con la Raggi, con Conte e con Zingaretti.

“Di Maio ha detto ‘alle regionali non alleanze ma patti civici’? E’ una supercazzola! Cosa vuol dire? Puoi chiamarlo patto civico, puoi chiamarla come vuoi, ma se sulla scheda elettorale il simbolo del PD e quello dei 5 Stelle sostengono lo stesso candidato a casa mia che sono un sempliciotto si tratta di un’alleanza.

Di Maio politicamente parlando è finito. Nel senso che può sopravvivere ancora per un po’, ma l’ideale di rivoluzione di cambiamento, di onestà, trasparenza è finito. Nel momento in cui ti allei col partito che rappresenta i poteri forti, le banche, la finanza… La gente non è scema. Se prometti una cosa e poi dai l’esatto contrario la democrazia ti punisce.

Domani ho un confronto con Renzi, perché io non scappo mai. Ho sempre accettato confronti con tutti. Certo lui un genio, nel senso che voleva la semplificazione e ha fondato l’ennesimo partito di cui non penso si sentisse la fondamentale esigenza in Italia. Però mi confronto con lui come mi confronterei con Di Maio, con la Raggi, con Conte, con Zingaretti, con chi volete voi.

Renzi un nemico? Nemici non ne ho. Al massimo avversari. Certo siamo all’opposto. Io non riuscirei mai a prendere ministri e sottosegretari e uscire dal mio partito per fondarne uno il giorno dopo. Come l’Enrico stai sereno e poi prendere il suo posto il giorno dopo”.


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