L’evasione fiscale delle grandi imprese e delle multinazionali è circa otto volte quella delle piccole e microimprese: noi stiamo colpendo con un bazuca il moscerino.
La lotta al contante non andrà minimamente ad incidere sul grande problema, cioè la capacità della multinazionale di portare via degli utili da tassazione, approfittando di meccanismi elusivi o veramente evasivi.

E’ chiaro che colpire il piccolino è più facile, ma per certi aspetti è demagogico.
Dire “colpiamo il contante” nell’immaginario comune significa colpire la criminalità organizzata e così via… ma economicamente è molto meno efficiente che andare a colpire le grandi banche che portano via utili dal nostro paese senza essere minimamente colpite, oppure le grandi multinazionali.

In questo accanimento nei confronti del piccolo io vedo una mentalità piccola, ma soprattutto vedo l’incapacità di capire che il nostro sistema è fatto di piccole e microimprese: circa il 95% di quest’ultima categoria, ovvero aziende con meno di dieci dipendenti. L’Italia è questa, può piacere o non piacere, si tratta di scelte fatte negli anni 50 del secolo scorso.

Abbiamo scelto un sistema banco-centrico fatto di piccole banche che ora stanno cercando di distruggere e sostituire con imprese bancarie di dimensione multinazionale.
Si tratta di ledere un sistema che ha creato una grande Italia con le piccole banche e le piccole imprese, e oggi lo si vuole colpire con una pressione fiscale che le va a distruggere: non è una visione molto intelligente.

Malvezzi Quotidiani, come comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi.


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