Fonseca ha parlato dell’ambiente: per dire quanto è bello e stimolante.

Mi ha fatto ripensare a quello che disse anni fa Abel Balbo: l’ambiente (aridaje) della Roma giallorossa qualche volta gli era sembrato quasi opprimente, in termini di entusiasmo; dopo qualche settimana a Parma gli mancava così tanto che era quasi tentato, lui, di fermare i tifosi gialloblù fuori dal campo d’allenamento, quando si presentavano in quindici, venti al massimo.
Si potrebbero ricordare, così alla spicciolata, una serie di nomi di individui che la pressione ambientate non l’hanno mai accusata, salvo poi scatenarla in termini di festeggiamenti protratti per settimane: Nils Liedholm, Paulo Roberto Falcao, Bruno Conti, il Bomber Roberto Pruzzo, Fabio Capello, Omar Gabriel Batistuta, Francesco Totti, Daniele De Rossi; a tutti questi “nomi – campione” (in tutti i sensi) aggiungiamo quelli di Dino Viola e Franco Sensi, massimi dirigenti che l’ambiente hanno sempre saputo affrontarlo, sopportandone i malumori nei momenti più difficili, per poi provocarne le gioie, non frequenti ma proprio per questo emblematiche del fatto che quando la Roma è stata forte, il termine “ambiente” ha funto solo da sinonimo per descrivere l’entusiastica cornice. 
Fonseca ha anche, poi, chiamato in causa i coltivatori di patata: massimo rispetto per loro, sia quando si tratta di una professione vera e propria, sia inteso come attitudine esistenziale in senso lato. 

Paolo Marcacci


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