Pochi giorni addietro fu la volta dei tortellini al pollo per non turbare le altrui credenze religiose. Ora è la volta, non meno demenziale, del ragù alla bolognese, che si è deciso non dover più essere prodotto con la carne, bensì con dei “gustosissimi” insetti.

E’ il cibo del futuro“, leggiamo con tono falsamente rassicurante sul “Resto del Carlino”. Diciamolo apertamente: l’aristocrazia finanziaria ha deciso quale sarà il cibo del futuro, cercando di presentare come buono, l’indecente.
Tutto ciò per un obiettivo chiarissimo, cioè fare sì che amiamo le nostre catene, fare sì che accettiamo l’inquo ordine mercatistica o che lo subiamo con rassegnazione.

Dopo il pensiero unico, arriva il piatto unico, dopo il politicamente corretto giunge il gastronomicamente corretto, e sotto il cielo trionfa adesso la nuova dittatura del sapere e del sapore.

L’obiettivo dell’aristocrazia finanziaria è duplice.
Innanzitutto trasformare le masse precarizzate in un gregge senza identità: mangiare larve e altri insetti consente di evitare la produzione di cibi più preziosi e più radicati nella tradizione. Ma con l’uso del “cibo del futuro” si vuole anche dissipare le differenze culturali producendo consumatori che sono gli stessi da Roma a New York, da Berlino a Tokyo.

Così sta trionfando la nuova figura dell’homo vacuus, gastronomicamente corretto e sottoposto al nuovo ordine mondiale di tipo economico-sociale, al nuovo ordine mentale di tipo culturale, al nuovo ordine erotico nell’ambito dei sentimenti e adesso al nuovo ordine gastronomico sul piano dell’alimentazione.

RadioAttività, la pillola del giorno con Diego Fusaro: “Cibo del futuro”, il modo in cui vogliono trasformarci in un gregge senza identità


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