Basta un tempo al Torino per rimandare a casa un Milan dignitoso per tre quarti d’ora e in piena confusione tattica e anche jellato nella ripresa, con un paio di sciagurate e fantozziane conclusioni di Piatek e Kessie.

In verità è stato Belotti a battere il Milan, quasi da solo, i suoi due gol sono stati furiosi, rabbiosi, con una rovesciata da bullo in spiaggia che ha fatto saltare i nervi ai rossoneri per un precedente fallo su Chalanoglu. Reina, secondo portiere in panchina, ha espresso il proprio disappunto, uso un’immagine gentile ma lo spagnolo ha mandato a dar via l’organo ad assistente di linea e arbitro che lo ha spedito nello spogliatoio.

Torino prima al pascolo e poi in corrida, Milan interessante  e pulito nel primo tempo con il rigore di Piatek e altre giocate favorite dal portoghese Leao, uscito il quale la squadra ha smarrito il peso offensivo. L’idea di Giampaolo ha penalizzato, dunque, il gioco della squadra mentre il Torino cresceva di gamba e di cuore, lottando su tutti i palloni cosa che raramente aveva saputo e voluto fare prima.

Sirigu ha salvato, per istinto e fortuna, la vittoria all’ultimo colpo di testa di Piatek ma il suo collega Donnarumma ne ha fatte di mille, uscendo sbadatamente su alcuni palloni, ribadendo di essere un buon portiere ma non un grande portiere. Belotti, dunque, torero e toro assieme, un centravanti antico, di battaglia, il collega di reparto, Zaza, invece, è un’ipotesi folkloristica, alza la polvere e accontenta la pancia dei tifosi. L’ingresso di Ansaldi ha mutato il disegno di Mazzarri in contemporanea con il calo fisico e la nebbia che ha preso i centrocampisti rossoneri.

Brutta roba per Giampaolo, brutta per la coppia Boban-Maldini. Il Milan regge un tempo e continua a buscarle. A Milano si preparano le vetrine di Natale. Qualcuno non mangerà il panettone.

Tony Damascelli


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