Uscire a testa alta. Lo sento ripetere da sempre. Meglio sarebbe uscire a testa bassa ma con la vittoria, perché questo conta nel calcio professionistico, il risultato, i tre punti, la classifica.

Le parole servono a pulirsi la coscienza e ad accontentare il pubblico dei tifosi, non certo quello di chi conosce il football e le sue bugie.

La Lazio, dunque, per bocca del suo allenatore, esce a testa alta da San Siro, per aver fatto il proprio dovere dal primo all’ultimo minuto.

E allora? Dove è la notizia?

Una squadra deve dare sempre il massimo e quando non lo fa allora deve ammettere le proprie colpe o i propri limiti.

Il calcio è gioco semplice, direi naturale spesso reso complicato e innaturale dagli allenatori che vogliono diventare i protagonisti.

Inzaghi ha tolto Immobile per poi inserirlo, Conte ha rinunciato a Sensi per poi utilizzarlo, il mestiere di allenatore non è quella del piccolo chimico, per questo ci sono tempi e modalità, non certo in campionato in corso.

Il turno infrasettimanale, al di là dei risultati, delle conferme o dei colpi di scena, segnala stadi semivuoti, immagini malinconiche di quella che dovrebbe essere una festa ma che, a forza di venderla come business, si sta suicidando, allontanando il popolo dai teatri, non soltanto per il prezzo dei biglietti di ingresso.

Il calcio italiano ha bisogno di offrire un volto più gaio, divertente e divertito. Sembra una missione impossibile.

Tony Damascelli