S’intitola “Accorciare le distanze” il progetto che, domani, 24 settembre, vedrà in prima linea l’on. Stefano Fassina. Un percorso fotografico e un convegno ad hoc, per ricordare il politico e l’uomo che, quarant’anni fa, vestì i panni del sindaco della città Eterna, Luigi Petroselli. A parlarne a “Un giorno speciale” con Francesco Vergovich e Marco Guidi è stato lo stesso deputato di “Liberi e Uguali”.

Roma era divisa, e Petroselli proponeva una visione unitaria, una città che tornava ad essere comunità. E, quindi, dovevano essere accorciate le distanze non solo geografiche, ma anche sociali e culturali. Petroselli fece una grande opera di bonifica sociale, di riqualificazione delle borgate e di risistemazione del centro storico. Da questo punto di vista, la nostra mostra con materiale inedito e un convegno non sono solo una celebrazione di un ricordo, ma vogliono essere anche una riproposizione di principi che, a 40 anni di distanza e in forme diverse, devono essere ripresi e applicati. Perché le distanze economiche, sociali e culturali rimangono enormi, diversi i problemi da affrontare ma che richiedono una visione unitaria di città“.

C’è stato, quindi, negli anni successivi, un sindaco di Roma paragonabile a Luigi Petroselli? “Temo che non abbia avuto successori all’altezza, per le ragioni che Marco Guidi ricordava e per un altro motivo fondamentale: Petroselli fece da forza di riferimento per quelle fasce di Roma che lottavano per il riscatto sociale, per arginare lo strapotere dei cosiddetti palazzinari. Aveva una capacità, da questo punto di vista, di rappresentare fasce sociali che i migliori sindaci di centrosinistra che gli sono succeduti non hanno più avuto“.


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