L’Inter fa un paio di gol casuali, uno anche grazie alla schiena (ma in fondo, molto in fondo) di Sanchez. Sono i primi, quelli che decidono la partita. Episodi, dunque. Ma gli episodi devi cercarli e credere che possano verificarsi. 
È questo che piace dell’Inter: il suo prendere di petto la partita. Se poi l’avversario si chiama Sampdoria il gioco è fatto.
Sembrava la giornata di Sanchez, non per la qualità, quanto per la trasformazione in rete degli episodi. Poi si fa ammonire una volta e quindi cade nel consueto fallo del campionato italiano: simulazione. Rosso. Inter in dieci e Samp in gol. Altre volte e in altri campi sarebbe nata una nuova partita. È stata l’Inter invece a chiuderla: meglio l’inter in dieci di questa Samp in undici. 
L’Inter è stata costruita per vincere, per chiudersi e ripartire, per mostrare un calcio semplice, ma facilmente comprensibile dai giocatori che, grazie a Conte, arrivano, assistono a una lezione e sono pronti.
La prossima partita contro la Juve. L’Inter c’è, la Juve sta arrivando. 
La Samp? Lasciamo perdere, povero Eusebio. Tra Ferrero in bilico, calciatori scarsi e gioco assente, vive giorni nerissimi.

Roberto Renga


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