Dice il Presidente del Consiglio che se si dovesse dimettere dal suo attuale ruolo vorrebbe, qualora ce ne fosse ancora la possibilità, allenare la Roma.

CONTEnti?

Ci sarebbe quasi da festeggiare. E’ il primo si che riceve la dirigenza giallorossa e lo ottiene proprio da Conte. Non il Conte che aveva messo in cima alla lista dei desideri, addirittura meglio. Il Conte che conta di più in Italia. Ma neanche per lui sarebbe compito facile. Far convivere Salvini e Di Maio forse è più semplice che ritrovarsi a dover mettere d’accordo Pallotta da Boston, Baldini da Londra, Petrachi da Torino, Baldissoni da Tor di Valle, Fienga dall’Eur, Totti dal Colosseo. Nemmeno al G8 sono presenti tante aree geografiche.

CON-TE

Con te faremo grandi cose. Senza i congiurati però. Niente contratti né alleanze. De Rossi e la sua frangia di dissidenti lascino la Capitale. Hanno sbagliato e in perfetta continuità con il modus operandi dei 5 Stelle sono “fuori” (come diceva Briatore in quel programma tv…The Apprentice). Quindi anche con l’uomo del contratto gialloverde niente Manolas, Dzeko e Kolarov.

CONTEstazione?

Impossibile. Si inizierebbe comunque l’anno con un Conte in panchina. Risultato acquisito quindi. Sulla tattica di gioco difficile pronunciarsi, ma tanto in questa estate si è più interessati all’estetica e all’andamento della moda ( vedi il temone tuta sì -tuta no, che con le vittorie europee di Klopp e Sarri torna di prepotenza a inizio estate). Sicuramente Conte Giuseppe sarebbe l’allenatore più elegante e pacato della nostra Serie A.

CONTEggiando i pro e i contro forse James Pallotta una telefonata a Palazzo Chigi la potrebbe anche fare. Se Romario è diventato senatore in Brasile, Kaladze ministro in Georgia, Weah Presidente della Liberia, Conte Giuseppe potrebbe fare il percorso inverso. Nella vita non si sa mai…

Marco Napoleoni

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