S’era partiti con Conte, si è passati per Sarri, poi si è ripiegato su Gasperini. Le tre mosse della dirigenza giallorossa per trovare un nuovo allenatore, sono fallite tutte. Ora si profila un derby tra Giampaolo e De Zerbi. Due ottimi allenatori che nelle ultime stagioni hanno fatto vedere cose buone alla Sampdoria e al Sassuolo, ma che ormai visti i tentativi per prendere gli altri tre non possono che essere considerate scelte di ripiego dai tifosi. Serve un allenatore in grado di far dimenticare le polemiche per l’addio dato a De Rossi. C’è bisogno di una personalità capace di far dimenticare una stagione finita male su tutti i fronti, partendo dalla sconfitta per 7 a 1 in Coppa Italia con la Fiorentina, passando per l’eliminazione seppur all’ultimo secondo contro il Porto, fino ad arrivare al sesto posto in campionato che significa preliminari di Europa League.

E invece si è già ripartiti con tre rifiuti, burschi, inaspettati, capaci di far precipitare ancora di più l’umore dei tifosi.

A partire da Conte che dice a Veltroni in una intervista che in fondo avrebbe allenato la Roma, ma con un progetto tecnico diverso. Il tecnico pugliese ha preferito l’Inter, società che giocherà la Champions ed ha a disposizione un capitale da investire incredibile, visto che oltre pagargli un lauto stipendio comprerà anche i giocatori richiesti dal tecnico. Si è quindi andati su Sarri, che nonostante abbia vissuto una situazione particolare al Chelsea, ha fatto capire che sarebbe rimasto più volentieri a Londra. In queste ore si sta incontrando con i delegati della Juve, dopo aver vinto il primo trofeo della sua carriera, ed è normale che un allenatore preferisca una super squadra che ha la vittoria del Campionato in tasca già ad Ottobre e punta alla Champions con Cristiano Ronaldo come arma principale. I problemi veri arrivano con il “no” di Gasperini che dopo un colloquio con Percassi ha deciso di rimanere a Bergamo.

Perché anche Gasperini ha detto di no?

Il rifiuto più doloroso, perché sembrava fatta e perché non ci si aspettava che il tecnico piemontese preferisse restare a Bergamo piuttosto che cercare nuovi stimoli nella Capitale. Ma, ad essere onesti, la domanda più corretta dovrebbe essere: perché avrebbe dovuto dire di sì? Roma è una grande piazza e sicuramente ha storia, bacino d’utenza e potenzialità decisamente maggiori rispetto all’Atalanta. Al momento però la società giallorossa che garanzie può promettere a chi contatta per offrire un posto da allenatore?

La società ha un’organigramma indecifrabile. Il presidente Pallotta non si vede a Roma da più di un anno e all’addio del suo Capitano ha mandato in rappresentanza l’unico dirigente che al momento non sembra avere potere decisionale: Francesco Totti.
Il ruolo di Baldini è tanto importante quanto incomprensibile, Baldissoni è stato messo ai margini e Fienga sembra essere il nuovo uomo della Roma nella Capitale ma ancora non tutti ne sono certi. E’ arrivato Petrachi che però per motivi contrattuali ancora non può ancora operare con pieni poteri. Con chi dovrebbe interfacciarsi il nuovo allenatore? A chi dovrebbe fare riferimento per programmare la nuova stagione, per capire come muoversi sul mercato?

Il secondo problema è la rosa. C’è da trovare un nuovo portiere, Manolas andrà via, a De Rossi non è stato rinnovato il contratto e Dzeko verrà ceduto. La spina dorsale della squadra non esiste più e molti di quelli che sono rimasti, ad essere molto generosi, non hanno convinto in questa stagione. Da Olsen a Fazio, da Juan Jesus a Nzonzi, fino ad arrivare a Pastore e Schick. Certo ci sono molti giovani come Zaniolo, Pellegrini, Cristante che potrebbero donare un futuro di successo alla Roma. Potrebbero, perché ad oggi a Trigoria sono veramente poche le certezze.

Sarà una grande sfida per l’allenatore che verrà, che avrà molto materiale su cui lavorare e tanti problemi da fronteggiare. Ma dovrà riuscire a risollevare la Roma, nonostante tutto.

Marco Napoleoni

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