Appena usciti dagli anni oscuri del nostro calcio, leso in modo evidente anche dalle vicende giudiziarie (Calciopoli, Calcioscommesse, e altri “processetti” annuali legati a vicende finanziarie) guardando al caso Mayorga magari pensavamo: “Finalmente un caso di cronaca“, “Per fortuna qualcosa di esterno al campo“.
Forse però stamattina proprio chi sosteneva di essersi ristorato da tutti i fattacci sui soldi sporchi che gravitano attorno al mondo del pallone si sente smentito, per non dire preso in giro.

Tutto finito a pochi giorni dalla “svolta”

Non che non siano compiaciuti del fatto che Kathryn Mayorga abbia ritirato volontariamente le accuse di stupro contro Cristiano Ronaldo, questa è per chiunque abbia il buongusto di separare il calcio dalla vita, una buona notizia.
Non sarebbe stato bello né giusto che milioni di bambini sognassero di diventare come un calciatore su cui gravita un accusa del genere, perché va bene discernere calcio e vita, ma l’accostamento – anche solo ideologico – tra bambini e malavita non ci piace di certo.
Tutto finito quindi, nonostante gli avvocati dell’ex modella abbiano trovato la residenza di CR7 a fine maggio, chiudendo un cerchio giudiziario assolutamente importante per il prosieguo del processo. Non è chiaro il come, ma quando si fa pace poi sono tutti contenti, a prescindere dalle modalità.

Mayorga, Il costo della pace

In genere non interessa neanche il costo (cash) della pace, in questo caso come in molti pensano, elemento fondamentale perché la turbatissima Kathryn ci ripensasse e, se così davvero fosse sarebbe anche l’unico e il solo elemento al centro del processo, aperto e riaperto forse soltanto per riaprire un portafoglio meno pesante rispetto al 2009, anno del presunto stupro.

A questo punto però le cose cambiano: la fine di un processo iniziato e – presumibilmente – finito nell’ennesimo modo che ha avuto per solo scopo lo spostamento di moneta da una tasca all’altra non può sollevare, né rassicurare nessuno. Chiariamoci: il punto non sono i soldi sganciati da Cristiano Ronaldo, in ogni caso una somma assolutamente ridicola rispetto all’immenso patrimonio del fuoriclasse di Funchal, il punto è che per l’ennesima volta non si è trattattato di rendere giustizia, rimediare a un torto, ripagare un trauma, ma solo a rendere noto l’ennesimo personaggio in cerca di fama, avallando il discorso sui soldi.

Come ne esce Ronaldo?

C’è anche chi pensa che CR7 ne esca indenne. Nell’epoca in cui praticamente chiunque può sparare a zero è assolutamente una tesi sbagliata, non per la giustizia o perché effettivamente il fatto non sussista (innocente fino a prova contraria), ma perché quando sei un personaggio pubblico conta poco che tu sia innocente o meno. Ora con tutta probabilità vedremo i social impazzire tra giudici in bianconero e giudici anti-Juve, che vedranno macchiata o pulita l’immagine di Ronaldo in base a un triste bicameralismo della squadra che tifano.

Nell’epoca in cui la fama è un problema preso molto più sul seriamente della fame, potremmo non stupirci, ma, di nuovo, asseconderemmo quel sistema e quel modo di pensare che ci vorrebbe uguali a Kathryn Mayorga: bramosi di notorietà, desiderosi di considerazione, estremamente incerti di noi stessi.

Alessio De Paolis


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