La zona mista è forse il momento più delicato e incline alla lite nella quotidianità di un giornalista sportivo.
Si tratta indubbiamente di momenti concitati quando un allenatore deve rispondere a domande scomode, soprattutto dopo una sconfitta o in seguito a circostanze particolari: è lì che scatta la diplomazia dell’intervistatore e la sua capacità di sdrammatizzare, ma se una di queste due attitudini viene a mancare, il duello rusticano con chi è in collegamento è a dir poco inevitabile.

“Zenga, questa è un’uscita a vuoto come quella del mondiale”

Se poi al tutto aggiungi il carattere non proprio incline alla tranquillità di Walter Zenga con il pizzico di ironia pungente del giornalista Enrico Varriale il risultato è un’intervista esplosiva!
Di uscite a vuoto ne ha fatte poche ma questa è un’uscita a vuoto“, disse il cronista all’ex numero uno della nazionale dopo una stoccata non meno dispotica di Zenga: la pazienza dell’allora mister del Catania abbandonò immediatamente ogni tentativo di avere la meglio.

Il casus belli

Tutto era iniziato la settimana precedente, quando Zenga non si presentò ai microfoni di Sabato Sprint in seguito ad una brutta sconfitta: a Varriale la cosa non andò proprio giù così non si risparmio critiche nei confronti del tecnico. Scelta pessima.
La vittoria contro il Torino di quel 16 novembre 2008 per 3-2 alimentò la voglia di vendetta dell’allenatore del Catania, che appena vide le telecamere non riuscì a non andarci col “pugno duro”.
– “Non sapevo di avere un procuratore in diretta che parla per me, sono venuto qui a salutarlo“.
– “Zenga lei nella sua carriera ha fatto poche uscite a vuoto, questa però è un’uscita a vuoto, un po’ come quella che ci ricordiamo tutti e che ci costò il mondiale“.
L’esclamazione di Varriale nella testa dell’uomo ragno suonò un po’ come una campana di inizio round.

Il grande match

-“Si domandi perché l’hanno messa lì e perché ce la fanno stare“.
-“Le sue minacce la qualificano“.
-“Sto tremando dalla paura, che paura che mi fa Varriale!
E dopo un lapsus incredibile del giornalista (“Parliamo di Brienza, un giocatore che…”) Zenga colpisce con un gancio micidiale (“Brienza? Vede che è informato bene? A parte che è Mascara“.) così dopo altri sproloqui non potè non intervenire Bruno Gentili a tentare di tamponare il tutto.

Le cose le sono state riferite male, Walter“, disse in tono benevolente: “Dal momento che lei aveva collaborato con noi e si era instaurato anche un clima d’amicizia siamo rimasti delusi dal fatto che lei non si era presentato qui“.
Zenga sembra volergli dare ragione solo per andarsene senza salutare (come effettivamente fece) e la vicenda si chiuse definitivamente qualche giorno dopo a Coverciano, con la stretta di mano tra i due.
Qualcuno ha giurato di aver sentito delle nocche rompersi.


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