Chi, dopo Ranieri? La risposta spetta ovviamente alla società: che vuol fare da grande? Dal programma esce di solito il nome del tecnico. Vuoi un allenatore che ubbidisca alle direttive del club (a chi, poi? Al diesse? A Baldini? A Baldissoni? A Pallotta?) o vuoi un allenatore che comandi, che decida tutto e che spinga gli altri ad adeguarsi?


Appartengono alla seconda categoria Capello e Conte. Il primo ha smesso, il secondo sbatterebbe la porta di Trigoria e quella della nuova sede alla prima cessione. 
Andiamo dunque sulla prima figura, l’allenatore obbediente. Mi chiedo subito? Sarri è così? Insomma. Ma con uno come lui si potrebbe anche fare uno strappo alle consuetudini. Per due motivi: ha dimostrato di sapersi muovere in una piazza come Napoli e con un presidente come Aurelio: è vaccinato, insomma. Secondo motivo: sarebbe un ombrello spazioso e seducente. Sarri piacerebbe alla piazza e ai media. 
Certo, anche lui vorrebbe giocatori, ma, del resto, la Roma sei o sette ne deve pur prendere per poter ripartire. Unico neo: va bene a Baldini, che al momento non ne ha azzeccate molte. Ma se gli si dice no a Sarri, lui va su un tecnico estone cresciuto a Città del Capo e siamo cotti.


Poi ci sarebbero i tecnici capaci di lanciare giovani. Di Biagio sa il fatto suo e conosce piazza e ragazzi, però non ha mai guidato un club. Giampaolo ha un carattere morbido. Gasperini ha un carattere durissimo e la grande piazza (Inter) lo ha bocciato. Intrendiamoci, è molto bravo, ma chiede così tanto ai giocatori che questi accettano di dare solo se devono fare carriera. E alla Roma troverebbe calciatori, si spera, già affermati.

Roberto Renga