Il capitano è stato decisivo. Dico di Handanovic che con una parata ha salvato la vittoria. Eravamo abituati ad altri valzer viennesi dell’Inter morattiana, questa cinese è roba piccola alla quale basta un gol su rigore, del toro Lautaro Martinez, per superare il Rapid, onesto e dignitoso, pure pericoloso nella seconda parte dell’incontro quando sembrava che il serbatoio nerazzurro fosse improvvisamente bucato, comunque esaurito.

Nessuna ombra lunga di Icardi anche se la squadra non sprizzava e spruzzava gioia ma football impiegatizio, il solito tran tran, il solito mini Nainggolan, un indisponente Perisic, tutto questo mentre di fronte c’erano gli ex ufficiali austriaci senza grande mercato ma con una storia antichissima rimasta tale. Da segnalare che l’Inter, tenendo fede al nome della ditta, è riuscita nell’impresa di schierare undici calciatori di nazionalità diversa, una globalizzazione epica nel nome del made by the world con il solito patriota Politano a piazzare il tricolore glorioso. Si torna a casa, ritrovando le scorie di Mauro&Wanda che hanno trascorso un San Valentino unico, irripetibile, senza fascia al braccio e senza faccia in pubblico.

Tony Damascelli