Flavio Briatore parla di turismo italiano e la Puglia torna a fare da caso esemplare: “Se porti il turismo del sacco a pelo è normale che poi ti fanno pipì sugli ulivi! I famosi ulivi, pensano di averli solo loro… Saranno pure bellissimi ma non ti abbracci un ulivo per 10 giorni, devi fare anche qualcos’altro! Quello è il turismo che loro hanno voluto”.

“Il turismo delle ciabatte – continua Briatore – è un turismo che non può funzionare in un Paese così bello. Abbiamo delle cose straordinarie! Ognuno alla fine scegliere il turismo che si merita. Noi ci meritiamo dei clienti migliori di quelli che vengono a trovarci e invece chi viene? Chi si accontenta, chi non spende! I turisti in Italia spendono molto meno di quelli che vanno in Germania”.

La sua proposta è quella creare un brand che possa diventare un punto di riferimento tra le catene di alberghi ‘affidabili’ a livello mondiale: “Gli americani seguono i brand perché ti danno garanzia di qualità! Se vado in un posto che non conosco anche io cerco gli alberghi! Vado a cercare qualcosa che mi dia la certezza di un certo tipo di clientela”. Un upgrade del settore alberghiero però non basta, secondo l’imprenditore “se non creiamo le infrastrutture e non diamo la possibilità alla gente di investire rimaniamo indietro!”

I turisti non vengono più in Italia “per tutti i problemi che abbiamo, dalle autostrade ai posti in cui è molto difficile arrivare”

“La gente non capisce che il turismo adesso non è più quello di una volta, quando la gente andava due mesi a Forte dei Marmi. Adesso ci vanno nei week-end e 10 giorni ad agosto! Devi creare gli eventi, devi creare l’appetibilità di un paese. Noi non lo stiamo creando. Burocrazie, IVA ai turisti: non riusciamo a promuovere il nostro paese in modo adeguato. L’evento Ferrari a Firenze lo hanno criticato tutti! Ma cavolo: ti porti i clienti Ferrari che sono i clienti più importanti…”

Le sue catene nel mondo fanno la differenza, spiega Briatore, perché investono sul turista che se vuole può spendere una certa cifra: “Il vino da 30 mila euro noi ce l’abbiamo. Devi dare la possibilità a chi può spendere di poter spendere! Chi non può fa una cena normale”.

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