Annamaria Franzoni è libera. Dopo essere stata condannata a 30 anni in primo grado, la sua pena è stata ridotta a 16 anni in appello che attraverso vari passaggi sono diventati 11. Una parte, 5 anni, li ha trascorsi ai domiciliari con il beneficio del lavoro esterno. A poche ore dalla scarcerazione ecco le impressioni dell’ex Avvocato della donna, il Professore Carlo Taormina.

“Questa è una di quelle vicende che non si chiuderà mai. La Magistratura ha svolto le indagini in maniera molto parziale e senza fare gli approfondimenti che più volte sono stati richiesti”. Sono queste le prime dichiarazioni dell’Avv. Taormina, il quale afferma di credere fermamente che Annamaria Franzoni non è la responsabile di questo omicidio.

Nonostante l’interruzione dei rapporti tra la famiglia e il legale a causa di “alcuni personaggi che le giravano intorno” che hanno creato un contrasto nelle strategie difensive, il Professor Taormina reputa tutt’ora insufficienti le prove a sostegno della colpevolezza di Annamaria Franzoni: “Sono state usate tecniche di indagine che oggi sono totalmente abbandonate. In questo caso la principale prova di responsabilità era costituita dalla conformazione delle macchie di sangue che oggi è considerata soltanto uno strumento di investigazione di polizia. Per la prima e ultima volta, perché non è mai più successo, quella è stata considerata una prova”.

Annamaria Franzoni, si legge dai primi comunicati, si dice contenta di essere tornata in libertà, ma ciò che le preme maggiormente è far credere la sua innocenza. “Nell’ambito del processo di appello su mia richiesta fu disposta una perizia psichiatrica – racconta l’Avvocato Taormina – trapelava la possibilità di chiudere la vicenda affermando l’incapacità di intendere e di volere al momento del fatto e non più all’epoca del processo. Ebbene Annamaria Franzoni disse espressamente che non voleva assolutamente che si giungesse a questa conclusione perché lei era innocente e l’innocenza l’avrebbe proclamata fino in fondo.

Sulle vicende legate al suo debito invece commenta: “La Franzoni non mi ha mai versato un euro di onorari. Ho avuto spese vive tra trasferte e trasferimenti e non sono mai stato retribuito. Il tribunale di Bologna ha fatto una perizia e una liquidazione che contando gli interessi ammonta a 450 mila euro, ma non ho avuto nessuna soddisfazione”.

“Annamaria Franzoni – osserva – non sarà mai dimenticata e con lei tutta la vicenda del Delitto di Cogne, una delle prime a coinvolgere in modo così diretto i media e l’intero pubblico: “L’attenzione mediatica non influisce sulla ricerca del responsabile – commenta Carlo Taormina – è un modo moderno di fare giustizia, l’unico modo per controllare questa giustizia che non funziona!”