Il vicepremier della Lega ha proseguito il suo intervento a “Radio Radio Lo Sport”, esprimendosi sulla questione della violenza negli stadi.

Alla questione posta da Franco Melli a Matteo Salvini a “Radio Radio Lo Sport”, in riferimento al fatto che il vicepremier ha rivelato, nel corso del suo intervento telefonico nella trasmissione radiofonica, di rimpiangere “un certo tipo di calcio, ma poiché questa deriva parte da lontano (ci sono state Supercoppe giocate fuori Italia), come mai non è stato arginato e chi l’ha determinato?”

La risposta di Salvini: “Non faccio il Presidente di una società di calcio. Quando si dipende sempre meno dallo stadio e dai tifosi veri, e sempre di più dai diritti televisivi … Ecco Il calcio del futuro italiano ha degli stadi di proprietà, dove le società possono come all’estero essere responsabili di quello che accade dal lunedì alla domenica, momenti di divertimento, di cinema, ma che ci si liberi dalla schiavitù dei diritti televisivi. Sicuramente non mancano i soldi nel mondo del calcio, ma bisognerebbe gestirli con diverso criterio. Personalmente, metterei anche dei tetti agli stipendi perché, in un momento come questo, che ci sia gente che guardagna 8, 12,15 milioni di euro all’anno mi sembra un eccesso da cui non si possa tornare indietro e del quale pagano lo sconto i vivai.”

Furio Focolari: “Lei passa per un uomo forte. In Inghilterra una donna forte, Margaret Thatcher prese delle decisioni importanti e risolse definitivamente il problema degli ultras delinquenti. Lei pensa di fare qualcosa in questa direzione?”

“Quello inglese” ha risposto il ministro “può essere un modello da cui stiamo studiando diverse iniziative, a partire dagli steward, ai quali dare maggiori responsabilità all’interno degli stadi, fino alla squalifica di qualche anno per chi si macchia di violenza sia fuori che dentro dagli stadi. Se vai in giro con un bastone non sei un tifoso, sei un delinquente e in uno stadio non ci metti più piede. Se le regole ci sono, vanno fatte rispettare però  a me piacerebbe che chi alza le mani addosso a qualcuno non faccia più non alleni, non giochi, non faccia più il dirigente e possa fare il tifoso per il resto della sua vita.”

Sulla responsabilità penale che è, come ricorda Salvini,  “personale, non ci deve andare in mezzo uno stadio o mille persone” occorre, stando alle dichiarazioni del vicepremier, “certezza della pena e chi mena le mani deve la certezza che viene identificato- e questo accade- e poi punito. Più che nuove leggi, occorre che vengano rispettate quelle che ci sono e purtroppo questo non accade.”