Lo scrittore e collaboratore in esclusiva de Il Giornale ha raccontato del suo ultimo libro, toccando anche varie tematiche importanti, dall’amore al viaggio.

Affari di Libri“, rubrica dedicata alle novità letterarie di Mariagloria Fontana all’interno della trasmissione “Un giorno speciale” con Francesco Vergovich, ha ospitato un altro scrittore italiano di rilievo, Massimiliano Parente.

In merito alla sua ultima fatica letteraria, “Parente di Vasco“, l’autore ha raccontato di aver scritto “uno dei miei romanzi più autobiografici, nel senso che in molti altri libri ha utilizzato il nome di Massimiliano Parente, ma inserendolo dentro un ingranaggio di fiction, mentre in questo caso ho messo tanto di me stesso dentro. E’ un romanzo scritto in un mese in una situazione in cui ero molto depresso e non pensavo neanche di scriverlo, poi ci sono state due persone che sono state importanti per me: Elisabetta Sgarbi, l’editore che mi ha spronato a lavorare a questo romanzo, ed Emilio Pappagallo, il mio migliore amico che mi ha creato una serie di condizioni che sono diventate poi romanzesche.

Sulla scelta di inserire la figura di Vasco Rossi all’interno del libro, Parente ha premesso che “in ogni romanzo, ovviamente, mi fisso un po’ con qualcuno e in questo caso qui, nel mio periodo un po’ nero, ho trovato in Vasco Rossi una consolazione. Nei suoi testi, che ho analizzato, lui non è mai consolatorio, non ci sono delle metafisiche nelle canzoni di Vasco e mi piace il fatto che, nella sua semplicità, riesce a non essere spiritualista.

Rispondendo alla domanda di Mariagloria Fontana, Parente ha sottolineato: “Credo che la cosa che conti di più sia l’amore, però anche questo sentimento diventa un po’ drammatico. Quando si ama, si ha paura di perdere ciò che si ama, e si vive anche nell’ansia. Racconto, nel libro, una sorta di crisi che c’è stata tra me e la mia partner (non totalmente autobiografica, perché io ho, come sanno tutti, un compagno e una compagna), che adesso si è risolta. In quel momento lì mi sono accorto di quanto è importante avere l’amore della persona che ami ed è peggio che non essere amati da chi non ti ha mai amato.”

Sulle presentazioni dei propri libri, Massimiliano ha rivelato di non farne, perché “presentarlo, per me, significa rovinarlo. Diffido da tutti questi autori che stanno sempre a presentare libri in giro, perché in realtà lo fanno per farsi vedere. Ho una tale idea dei miei libri che non voglio rovinarli con la mia presenza ed è contemporaneamente un atto di umiltà e di suprema arroganza: i miei libri sono così importanti che non meritano neanche la mia presenza.

Toccando, infine, la tematica del viaggio nel suo libro e nella società attuale, Massimiliano Parente ha concluso il proprio intervento, affermando: “Quando si viaggia si vede sempre ciò che già si conosce. Questi viaggiano pensando di vedere e comprendere qualcosa, ma in realtà è inutile andare al Louvre senza conoscere la storia dell’arte. Tu vedi se già conosci, sennò rimane un fatto di superficie“.