L’oscura previsione sulle privatizzazioni: distruggeranno l’apparato pubblico italiano

Il governo italiano accelera la privatizzazione di società pubbliche, aspirando a cedere ben 20 miliardi di euro nei prossimi tre anni, come se non...

La lezione del Senatore Borghi sul MES ▷ “Vi spiego il tranello in cui...

MES, si ritorna a parlarne, ancora una volta. L'Italia è l'ultimo paese in attesa di ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità. I dubbi e...

Lo strano gioco del MES: i contributi italiani sono destinati a salvare le banche...

E dietro la stretta del MES si nasconde forse il bisogno di soldi del cosiddetto salvabanche. Pare che in Germania salti un gigante immobiliare e...

Lagarde: l’ultima fatale ammissione che rivela il vero obiettivo della recessione economica

Il presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha intrattenuto il Parlamento Europeo a Bruxelles con il suo discorso introduttivo, offrendo un incredibile mix...

Paradosso Lagarde: la strana indipendenza della BCE e quei fili mossi dalla finanza internazionale

Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, ha dichiarato che la vendita anticipata dei bond sovrani, cioè dei titoli di Stato, detenuti dalle banche...

Europa e Lagarde fanno pressione su MES e patto di stabilità: cosa rischia il...

In Europa due questioni di lunga data continuano a creare incertezza. La riforma del trattato istitutivo del meccanismo europeo di stabilità che prevede la...

L’ansia debito pubblico aumenta: ecco i numeri della nuova manovra che preoccupano il governo

Con lo spread che ormai è ai livelli di guardia, con i rendimenti dei buoni del tesoro pluriennale ai massimi da circa 10 anni,...

Lo tsunami inflazione colpirà ancora: in arrivo nuovi tagli dei contributi dal governo Meloni

In merito all'inflazione ci sono due notizie, una buona e una meno buona. La buona notizia sembrerebbe essere l'anticipazione dell'inflazione del mese di ottobre che...

Ennesimo colpo basso da Bruxelles: le nuove norme dimezzeranno i raccolti degli agricoltori italiani

Torniamo oggi a parlare di Bruxelles e delle sue regole. Dal 2024, a causa delle decisioni prese da Bruxelles, le culture agricole dovranno essere...

Gli italiani non arrivano a fine mese in gran numero: l’indagine rivela i dati...

Una nuova e recentissima analisi desta preoccupazione. I dati infatti ci segnalano che il 63% degli italiani letteralmente fatica ad arrivare a fine mese....

La prossima (vera) minaccia ambientale ▷ “Stanno per mandare 1800 tonnellate di diossina nell’aria”

Roma si prepara ad accogliere il nuovo eco-mostro. Dopo gli scempi di Corviale, Laurentino 38, Tor Bella Monaca, la capitale subirà l'ennesimo oltraggio ambientale....

Virus, lo studio di Palù passato sotto silenzio ▷ Frajese: “Una pistola fumante da...

Il nostro paese è reduce dall’ultima campagna vaccinale lanciata dal governo e dagli organi sanitari nazionali. Un altro, l’ennesimo step dovuto e necessario, a...

Il PNRR non è intoccabile come volevano farci credere: abbiamo vissuto 30 anni nel...

Torniamo a parlare oggi di PNRR.Finalmente una decisione che modifica per la prima volta il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto PNRR,...

La BCE aumenta i tassi per la decima volta in 14 mesi: il governo...

La Banca Centrale Europea ha deciso il decimo aumento dei tassi di interesse in ben 14 mesi e, come ben sappiamo, quando aumentano i...

Non possiamo permettere alle multinazionali di prendere decisioni che spettano alla politica

 Ho parlato recentemente dei problemi posti dalle nuove norme ESG. Fondamentalmente oggi ve ne voglio segnalare tre, particolarmente importanti dal punto di vista della critica che faccio. Primo: qual è il costo di queste normative? Chi paga? Bello parlare del fatto che le imprese debbano rispettare l'ambiente, la società e via discorrendo. Ma qual è il costo? Ecco, il costo è asimmetrico perché si parla di portatori di interesse, cioè si parla del fatto che le imprese debbano ascoltare con comitati d'ascolto tutti i portatori di interesse.Ma chi paga queste cose? Cioè il tempo dedicato, scusate, a queste questioni, ma chi lo paga? E c'è un problema qua. Il fatto metodologico, non sono stati sentiti gli imprenditori, quindi la procedura di ascolto vale per tutti, tolto per i primi destinatari di queste normative, che sono appunto gli imprenditori. Si assisterà a un teatrino della politica con audizioni parlamentari dopo che sono state fatte le cose, quindi ormai non c'è più possibilità di intervenire.La seconda critica che faccio riguarda proprio il ruolo della politica. Perché? Beh perché di fatto io leggo per esempio con stupore che si ritiene che cento grandi imprese del mondo dovrebbero riunirsi e decidere cosa pensarne di ambiente o di società. Beh, io aborro questa situazione perché mi piacerebbe poter decidere di vivere in un posto dove ambiente e società sono decisi non dalla Coca-Cola o dalla Apple, ma dai rappresentanti politici di un sistema parlamentare che io magari posso eleggere, mentre invece questa visione che cento grandi imprese del mondo decidano la politica del pianeta è una visione elitaria che mi fa tornare indietro ai tempi degli assiri babilonesi. Ci sono voluti millenni di sangue per ottenere la democrazia, questo è molto grave. La terza critica che faccio riguarda la simmetria della situazione, cioè le norme ESG sono state pensate per un sistema internazionale molto diversificato. L'Italia, per esempio, ha un sistema bancocentrico e un sistema fatto di family business delle aziende, per cui pensare di poter imporre delle norme che possono andare bene magari per un sistema di multinazionali e non per un paese che ha circa il 99% di piccole, micro e medie imprese, beh, significa avere una visione molto miope e distorta della realtà. Per cui il costo del denaro, inteso proprio come costo del capitale, potrebbe diventare asimmetrico tra l'Italia e altri paesi del mondo, quindi l'impatto di costo di queste normative potrebbe essere molto grave e penalizzante per il nostro paese. Queste sono prime tre considerazioni critiche che faccio, ce ne saranno altre.

I paesi del BRICS fanno paura all’occidente filoamericano: stanno agendo per un mondo multipolare

Dal 2024 il gruppo dei BRICS si estenderà e comprenderà altri sei paesi. In particolare nuovi sei membri effettivi entreranno a far parte dei BRICS, cioè dei paesi disallineati rispetto all'ordine americano centrico. E questi nuovi paesi saranno l'Argentina, l'Egitto, l'Etiopia, l'Iran, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi. Fa discutere soprattutto naturalmente l'ingresso dell'Arabia Saudita, che non per caso Repubblica, rotocalco turbomondialista, voce del nuovo ordine Washingtoniano, liberal globalista, indica nel suo articolo dedicato al tema come il paese scandalo di questa alleanza, di questa unione o confederazione che dir si voglia? Ebbene i BRICS in effetti fanno paura all'occidente a trazione atlantista e lo scalpitare di Repubblica neè una delle tante prove. La auspicabilissima possibilità di un mondo multipolare infatti, cioè sottratto all'imperialismo di Washington e alla globalizzazione americanocentrica, passa necessariamente dai BRICS e dalla loro capacità di coordinarsi in funzione antiatlantista. I BRICS sono i cosiddetti stati non allineati che stanno faticosamente, e direi anche ambiziosamente, provando a strutturarsi in maniera autonoma e coesa, con un fine molto preciso.Resistere insieme, facendo dell'unione la loro forza, alla violenza dell'imperialismo made in USA. Tra gli obiettivi non secondari di questa alleanza in fieri vi è quella che è stata, a ragion veduta, definita la dedollarizzazione del mondo, vale a dire la creazione di un sistema di scambi affrancato dall'imperialismo monetario del dollaro americano. Il Brasile di Lula in particolare, come sappiamo, si è fatto portavoce di questa fondamentale istanza.Un'istanza decisiva, voglio sottolinearlo, per la genesi di un mondo realmente multipolare. A rendere ancora più ambizioso e potenzialmente efficace il progetto è la sempre crescente vicinanza ai BRICS della Cina di Xi Jinping e della Russia di Putin, che sempre più stanno provando a organizzare intorno a sé il fuoco della resistenza all'imperialismo a stelle e strisce. Questa saldatura tra la Cina e la Russia, da una parte, ei BRICS dall'altra, è ciò che più temono gli Stati Uniti, i quali sono ben consapevoli del rischio elevatissimo della perdita della loro egemonia planetaria.Bisogna autenticamente sperare nella capacità dei BRICS, con l'aiuto della Cina e della Russia, di generare un mondo multipolare o poliarchico che dir si voglia. vale a dire un mondo sottratto all'imperialismo violento di Washington, che pure si presenta ideologicamente come democrazia dei diritti umani, di sottrarsi a questa violenza e di creare un nuovo equilibrio planetario. Sembrava che con il 1989 si fosse instaurato un regime monocratico e monopolare, quello statunitense identificato de facto con la globalizzazione come americanizzazione coatta del mondo, E invece la storia, che non smette mai di riservarci sorprese e che resta dopo tutto il regno dell'imponderabile, ci ha insegnato che è possibile l'emergenza di un mondo multipolare.La vicenda dei BRICS che stiamo discutendo ne è indiscussamente la prova.Radioattività - Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro

Le multinazionali più grandi al mondo decideranno al posto nostro: ritorneremo indietro di 3.000...

Non credo che i cittadini italiani proprietari di case abbiano le risorse economiche in termini di risparmi privati per adeguarle alle nuove normative attese sulle ristrutturazioni degli edifici che dovranno ridurre impatti ambientali e fare uso di energie rinnovabili. Posso almeno affermare, a proposito di analisi di rischi, che interi borghi italiani, per non dire la quasi totalità dei piccoli comuni come dei grandi centri urbani, saranno costretti a svendere le piccole proprietà immobiliari tradizionale obiettivo di risparmio del nostro Paese a investitori speculativi esteri in grado di ottemperare finanziariamente alle nuove normative ambientali europee. Vorremmo sapere se il mondo politico italiano e le autorità abbiano pensato di fare almeno un'analisi strategica di rischio di passaggio del ruolo...

Piccole e medie imprese in pericolo: vivremo una crociata ideologica sull’ambiente

Environment,Social and Governance è una materia che sta per arrivare su tutte le imprese e anche le famiglie italiane di conseguenza e non possiamo non rilevare come l'Unione Europea abbia adottato un approccio di tipo ideologico alla materia. Più precisamente, l'ideale politico, quasi portato avanti ad ogni dichiarazione come una sorta di crociata occidentale, tende a porre l'Unione Europea come leader mondiale nella realizzazionedegli obiettivi del Patto sul Clima. La stessa Ursula Von der Leyen, presidentessa della Commissione Europea, ha avviato il pro prio mandato con il valore politico del cosiddetto Green New Deal, cioè l'accordo del Verde.Di qui sono continuati una serie di enunciati e proposizioni politiche, impattanti ad ogni livello normativo, che assumono che nel 2050 non ci siano più emissioni inquinanti sull'effetto Serra, la crescita economica sia dissociata dall'uso delle risorse naturali e nessuna persona, nessunluogo siano trascurati. Queste le ideologie alla base. Così i 27 Paesi membri hanno assunto degli impegni sull'impatto climatico, zero nel 2050, si sono impegnati a ridurre le emissioni del 55% rispetto ai valori del 1990 entro il 2030. In questa crociata ideologica si è deciso di azzerare le emissioni prodotte dalle nuove automobili entro il 2035. Ora, se è ben chiaro l'assuntoideologico ed ecologico, che sposa una delle molte teorie possibili e scientifiche, mi pare chiaro molto meno il risultato economico. Da che mondo è mondo, le imprese producono reddito, ma devono produrre reddito prima di tutto per sé.Questa crociata ideologica che sta per arrivare, anzi è già arrivata, dirà che sostanzialmente tutte le piccole, medio e in futuro anche le micro imprese, credo, dovranno rispettare questo tipo di impostazione ideologica sull'ambiente, sul governo della società e sulla società stessa. Pena? Beh, per esempio le banche non daranno più credito. e tutta la filiera sarà coinvolta, cioè se tu sei una piccola media impresa ma lavori per una grande impresa, dovrai rispettare queste norme. Se tutti dovranno rispettare questi paletti, quale sarà l'elemento differenziante delle imprese? Perché mai bisognerebbe creare per questa via più posti di lavoro e più ricchezza? 

Soros VS Xi Jinping: Russia e Cina rappresentano la vera resistenza ad un mondo...

Era il 16 agosto del 2021 allorché Giorgio Soros che per gli allineatissimi media occidentali figura come un filantropo e mai come un capitalista...

Al via la gara d’appalto per la costruzione dell’inceneritore ▷ “Il più grande oltraggio...

La discarica di Malagrotta, il più grande giacimento di rifiuti d'Europa, continua a produrre inquinamento a distanza di dieci anni dalla sua chiusura. Nonostante...

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