Deep State, l’approfondimento di Martina Pastorelli e Fabio Duranti sul potere made USA

Ha avuto origine negli Stati Uniti, ancor prima in Turchia, quello che oggi viene categorizzato come “Deep State”, letteralmente “Governo ombra”. Quello stesso Stato che ha generato vari accentramenti a livello politico, enfatizzando prima un’ideale, poi un altro. Dettando da questo linee rigide da seguire, sia sociali che politiche e soprattutto militari.
In breve: una forma di Governo composta da strutture istituzionali che, grazie al loro prestigio e potere economico, riescono a condizionare l’agenda degli obiettivi pubblici in toto. Negli USA potremmo prendere come riferimento primo il Pentagono, un esempio di apparato burocratico composto da CIA ed FBI, due organismi, questi, di grande potere e influenza sociale e politica.

Sotto il profilo europeo prendiamo in considerazione un particolare fatto: le parole di Kluge (OMS Europa) dette pubblicamente sulla futura reintroduzione del Green Pass e sulla possibilità di non adesione in alcuni paesi UE: “L’Italia non aderirà? Ci rifletta bene”.
“Potremmo identificarla come una minaccia? Una direzione ‘forzata’? Torna quasi alla mente la vicenda di Kissinger e Moro”. Riflette Duranti in diretta.

In diretta si aggiunge Martina Pastorelli, dicendo la sua al riguardo: “Nelle democrazie di oggi le cose di fondo non cambiano, la politica non riesce più a produrre contenuti e programmi ma si limita a mettere in atto agende imposte dall’esterno. Vediamo anche questo appiattamento autodistruttivo e autolesionistico della politica europea. Notiamo anche una commistione sempre più forte tra organismi pubblici (OMS esempio) e le grandi industrie private, osserviamo il condizionamento operato da singoli individui molto potenti (come Soros con i suoi finanziamenti alle ONG). Dietro a tutti questi fenomeni apparentemente slegati c’è una rete che condiziona i poteri istituzionali che detta loro la direzione, questo è il Deep State. Non è una novità di adesso, è nato negli USA ma adesso si è esteso ben oltre il continente americano e oggi condiziona la mente delle persone ed è entrato nella nostra vita. Ha progressivamente sostituito la democrazia con un’infocrazia: il regime dell’informazione. Questo determina processi sociali, economici e politici ed è una guerra domestica”.
E di fronte a questa dinamica, il popolo come reagisce? “Gli italiani sono contenti di come sono rappresentati a quanto pare, ciò che hanno votato fa in piccola parte ciò che ha promesso o segue altre strade? La gente deve guardare oltre, deve far riferimento anche ad altre crisi politiche aperte, dove chi governa continua a fare diffusione di paura e terrorismo psicologico. I politici dovrebbero risolvere i problemi, non incutere questo e crearne altri”.