Davanti al Parlamento, il ministro dell’Istruzione Azzolina, ha illustrato il piano per la riapertura delle scuole, fissata a lunedì prossimo. Tra mascherine, didattica anche a distanza, banchi singoli e distanziamento, sarà un anno scolastico difficile e complicato ma importante per tutti i ragazzi che torneranno in aula.

Rosa Maria Di Giorgi, deputata del Partito Democratico, è intervenuta a Lavori in Corso sul tema, esprimendo la posizione del Pd e la certezza che tutto è stato fatto. Si è detta positiva per la riapertura, nonostante la normale preoccupazione delle famiglie.

“Noi abbiamo lavorato tantissimo, il problema è che nel dibattito nazionale si è deciso che il tema della scuola andava affrontato a settembre, ma noi ce ne siamo sempre occupati. Mandare i ragazzi a scuola a maggio era una follia, poi tutti i Paesi hanno fatto come noi. Non bisogna aver paura ora e bisogna avere uno spirito positivo, non succederà chissà cosa.

Molti ragazzi hanno fatto i centri estivi, i bambini già da tempo vanno nei nidi o in altre strutture e non è successo nulla. Anche la riapertura della scuola, coinvolgendo milioni di persone, è evidente che crea preoccupazione. Ma mi pare che l’organizzazione ci sia, abbiamo dato ai dirigenti scolastici tutti gli strumenti per potersi organizzare, ognuno sta risolvendo insieme agli altri attori preposti i problemi, classe per classe.

La didattica a distanza deve essere una triste necessità, non ce ne sarà tanta. Ci può essere ma non è certo la generalità. Dove non c’erano spazi all’interno delle scuole sono stati trovati altri spazi, come a Firenze che andranno in un teatro. Bisogna capire il distanziamento, con 80 cm si guadagnerebbero molti spazi. Tutti vogliamo la sicurezza, si stanno considerando queste soluzioni, si segue anche l’andamento della malattia e del contagio.

Dobbiamo essere disponibili a trovare soluzioni diverse, noi in Parlamento abbiamo molte volte spinto sui comitati tecnico-scientifici perché con gruppi abbastanza piccoli si possono fare delle sperimentazioni. Il problema è di sicurezza e di responsabilità. Se fuori i ragazzi giocano senza distanziamento, in un ambiente protetto come la scuola non si può fare questo con le regole che ci sono da rispettare: i percorsi, la gestione della mensa. La mascherina deve arrivare a tutti, ci hanno detto che ci sono per tutti. Che arrivino, e anche rapidamente”.


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