Che paese è questo? E’ il paese dove Marco Gervasoni, forse professore universitario e io spero bene di no, a proposito della copertina dell’Espresso che ritrae la presidentessa della Regione Emilia Romagna scrive: ‘Ma che è, n’omo?’. Proprio la radice retriva, omofoba, del sentimento che alberga in molti italiani. ‘Ma che è, n’omo?’ per dire che non è particolarmente avvenente.

A parte che a me quella foto piace moltissimo. Mi piace anche lei; persona di grande qualità che esprime concetti piuttosto alti, che forse Gervasoni non riesce a comprendere e per questa ragione demonizza. Però qualcuno ha messo la fotografia di Gervasoni in rete e si capisce perché non sia stata pubblicata fino adesso, mamma mia.

Detto questo l’Italia è il paese in cui una signora siciliana che durante l’estate è rimasta famosa nel circuito della rete italiana per l’espressione ‘Qui non ce n’è coviddi’, mentre si assembravano persone in un luogo dove non si dovevano assembrare, decide di mettersi sui social e in 24 ore colleziona 140mila followers.

Che paese è questo? E’ il paese in cui quattro delinquenti, criminali, mascalzoni, fasci stelli da quattro soldi, istigati al culto del corpo e del tatuaggio non capendo né l’uno né l’altro, picchiano a morte un ragazzino scuro di origine capoverdiana che aveva tentato di sedare una rissa.

Questo è il paese che ci troviamo di fronte. Quando ci domandiamo cosa ha tirato fuori la pandemia Covid-19 dal nostro paese, la risposta è che non ha tirato fuori niente di meglio o di peggio di quello che siamo. Ha tirato fuori sta roba qui. Ha tirato fuori quei 1500 che in Piazza del Popolo si sono detti da soli che il popolo erano loro. Una concezione elitaria, se ci si pensa. Una élite che dice di combattere l’élite, identificandosi in un popolo che non li segue proprio. Si girano indietro, e dietro non c’è proprio nessuno.

Questi episodi ci fanno pensare che questo paese è mutato antropologicamente, ed è mutato parecchi anni fa a causa di tante questioni. Una su tutte: è un paese che non è colto. Un paese che non legge né i quotidiani, né i libri. E’ un paese che guarda tanta televisione generalista, e solo quella. Si fa le sue idee sue quella e poi genera una nuova prole che non guarda quasi più nemmeno la televisione generalista, ma si fa la sua informazione sui social dove le fonti sono sconosciute.

E’ veramente il peggio del peggio. E’ un paese in cui non è piacevole vivere.


GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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